Raccontare i luoghi dell’archeologia in podcast

31 Ottobre 2023
Perfetti per ‘far vedere’ con suoni e parole monumenti e paesaggi, i podcast sono ancor più necessari per i luoghi dell’archeologia: ‘fanno vedere’ anche quel che non c’è più

‘Far vedere’ con suoni e parole. È la magia della radio e soprattutto dei podcast, quelle creature audio digitali on-demand che, in assenza della tirannia della diretta, sono più pensate, strutturate, narrative e soprattutto più personali della radio. Il podcaster condivide pensieri e sensazioni, coinvolge, diventa intimamente amico di chi l’ascolta. E chi l’ascolta si fida di lui. Perché dunque non affidargli consigli di visita? Magari visite a luoghi dell’archeologia, dove la capacità di ‘far vedere’ e stimolare l’immaginazione si raddoppia: non solo il fascino delle rovine ma anche i paesaggi e la vita del passato. Il podcast può ‘far vedere’ quel che ora non c’è più. Più immersivo e coinvolgente di qualsiasi ricostruzione virtuale.

Perché i podcast?

Ecco perché venerdì prossimo 3 novembre alle 15.30, alla Borsa mediterranea del turismo archeologico di Paestum, sono felice di moderare l’incontro I luoghi dell’archeologia in podcast. È un’idea di Fondazione Aquileia per la quale noi di Archeostorie, assieme a NWFactory.media, abbiamo realizzato il podcast Aquileia città frontiera. Ma all’incontro parteciperanno diverse istituzioni culturali che hanno creduto nei podcast, e assieme indagheremo i perché di una scelta che nel nostro ambito è ancora innovativa, e i risultati che si aspira a raggiungere.

Se infatti i podcast sono diffusissimi nel nostro paese già da diversi anni, e gli ascolti sono in continua crescita, il mondo dei beni culturali ha cominciato a crederci da poco tempo. Circa un anno fa uscivano i primi podcast realizzati da Chora Media per conto della Direzione generale musei del Mic, e da allora è stato boom. Prima, invece, eravamo in pochissimi a fare podcast per musei e monumenti. C’erano ovviamente podcaster indipendenti che parlavano d’arte e archeologia per iniziativa personale. Ma la vera svolta è quando le istituzioni cominciano a crederci e a investirci, inserendo i podcast a pieno titolo nel loro piano di comunicazione, e affidando la loro realizzazione a professionisti.

Branded podcast

Due anni fa proprio qui a Paestum abbiamo presentato il libro Branded podcast. Dal racconto alla promozione, come “dare voce” ad aziende e istituzioni culturali (Dario Flaccovio Editore) realizzato nel 2020 da Archeostorie per la cura di Chiara Boracchi. Spiegavamo come i podcast siano il medium più adatto a trasmettere idee e valori, la propria filosofia e la propria immagine. Se ci credevano le aziende, a maggior ragione dovevano crederci le istituzioni culturali che hanno la propria ragione d’essere in storie, idee, valori.

Inoltre i podcast escono da musei e palazzi per parlare direttamente a chiunque, entrano nelle case e nella vita quotidiana di ciascuno: esattamente ciò a cui ogni istituzione culturale aspira. E poi, si stanno diffondendo molto tra la Generazione Z, la più restia oggi a entrare nei musei. E sono diventati uno strumento di comunicazione imprescindibile, da coniugare con gli altri media nell’universo transmediale che è oramai un must per ogni istituzione.  Oramai, quindi, non si può non fare podcast.

Podcast e beni culturali: innamoramento lento

Ma quel messaggio di due anni fa si è fatto strada lentamente nell’universo dei beni culturali. C’erano già ottime eccezioni come Palazzo Grassi con il podcast Una specie di tenerezza dedicato alla mostra su Marlene Dumas, il Museo Egizio di Torino con Aida figlia di due mondi dedicato all’omonima mostra, e il MANN di Napoli con il nostro (sempre di Archeostorie e NWFactory.media) Divina Archeologia Podcast. Ma non c’era molto altro. Si era forse troppo impegnati a tornare alla normalità dopo la pandemia, per aggiungere novità all’ordinaria amministrazione. Poi però, è giunto il momento anche dei podcast.

Non parliamo ancora di boom ma sono già diverse le istituzioni culturali che ci credono, e a Paestum avremo con noi gli amministratori di molti luoghi dell’archeologia che hanno scelto di raccontarsi anche in podcast. Affidandogli il compito di andare oltre la descrizione puntuale di opere e monumenti (per quella ci sono in loco pannelli e audioguide) per lanciarsi in sfide narrative e riflessioni sui temi della contemporaneità che i luoghi dell’archeologia suscitano. Per far capire che sono realtà dinamiche, vere piazze dove ragionare sui problemi del mondo, grazie al passato. Facendo così nascere il desiderio di visitare quei luoghi così pieni di meraviglie e di vita.

I luoghi dell’archeologia in podcast

La Fondazione Aquileia, per esempio, ci ha chiesto di raccontare la lunga e ricca storia della città che molti non conoscono, abbagliati come sono dagli splendori romani e tardoantichi. Per far capire che ad Aquileia c’è in verità moltissimo, oltre ai mosaici spettacolari. Abbiamo scelto un format sullo stile di Bistory, il podcast sul ‘lato B della storia’ che ha portato al successo gli amici di NWFactory.media Andrea Castellanza e Paolo Righi. Dieci episodi per dieci epoche della storia, ognuno dei quali dominato da un evento importante. Così, attraverso il racconto degli eventi, i luoghi di Aquileia hanno preso vita.

In Alla ricerca della vita, invece, il Museo egizio di Torino ha raccontato le delicate scelte etiche di chi vuole esporre mummie e resti umani, ma anche le molte informazioni che le ricerche scientifiche su tali resti rivelano. Informazioni sulla vita del passato come del presente: un episodio è dedicato infatti al Labanof, il laboratorio diretto da Cristina Cattaneo impegnato, tra l’altro, nell’analisi dei corpi dei naufraghi nel Mediterraneo per poter restituire loro un nome, la dignità, la memoria. Analogamente in Pompei, la città viva, l’antesignano di tutti i podcast sui luoghi dell’archeologia uscito già nel gennaio 2021, la scelta è caduta sul racconto di quanto si fa oggi per indagare e conservare i resti della città antica più famosa del pianeta. E attraverso le voci dei protagonisti della Pompei d’oggi, si viaggia per le terre vesuviane e si comprende quanto del passato sia ancora nell’anima di tutti noi.

Galleria Borghese ha puntato invece sull’audio per coinvolgere le persone cieche: il loro Al di là del marmo, pur non essendo narrativamente coinvolgente, descrive opere e miti antichi con la precisione indispensabile ai ciechi per capire. Anche il nostro Divina Archeologia Podcast parla di opere in museo, nel nostro caso le opere del MANN di Napoli che ritraggono personaggi antichi descritti nella Divina Commedia dantesca. Abbiamo scelto di dare voce a suoni e musiche più che alle parole, lasciando che fossero i personaggi stessi a commentare come è cambiata nel tempo l’interpretazione delle loro vicende, dall’artista antico a Dante a noi contemporanei.

Infine non potevamo ignorare una piattaforma come Loquis che raccoglie descrizioni audio di luoghi d’Italia, e un po’ anche d’Europa, geolocalizzate. La geolocalizzazione è la sua forza e la sua utilità, mentre i file audio, caricabili da chiunque, sono di qualità incostante. Ultimamente però si nota in alcune produzioni una cura maggiore che si avvicina al podcast. Quale il suo futuro? Lo abbiamo chiesto all’esperta di comunicazione digitale Marina Lo Blundo che ultimamente ha aperto il suo canale Loquis Generazione di archeologi. A Paestum ci racconterà la sua esperienza.

Si è detto fin troppo. Per indagare a fondo quanto i podcast servono a raccontare e promuovere i luoghi dell’archeologia e per discuterne con tutti noi, venite a Paestum venerdì prossimo. Vi aspettiamo!

Qui il programma dettagliato dell’incontro:

I UOGHI DELL’ARCHEOLOGIA IN PODCAST
Paestum, Borsa mediterranea del turismo archeologico, 3 novembre 2023, ore 15.30-17.30
in collaborazione con Fondazione Aquileia

Modera
Cinzia Dal Maso, Centro studi Archeostorie

Partecipano

Cristiano Tiussi, direttore Fondazione Aquileia e Andrea Castellanza, podcaster NWFactory.media
podcast Aquileia città frontiera

Carlo Annese, fondatore e podcast producer Piano P
podcast Pompei la città viva

Paolo Del Vesco, funzionario archeologo, Museo Egizio e Giulia Fornaro, redattrice Le Scienze
podcast Alla ricerca della vita

Paolo Giulierini, direttore Museo archeologico di Napoli e Cinzia Dal Maso, Centro studi Archeostorie
podcast Divina archeologia podcast

Stefania Vannini, funzionaria storica dell’arte, referente per l’accessibilità Galleria Borghese
podcast Al di là del marmo

Marina Lo Blundo, funzionaria archeologa, Parco archeologico di Ostia antica
canale Loquis “Generazione di archeologi”

Conclude
Roberto Corciulo, presidente Fondazione Aquileia

Autore

  • Cinzia Dal Maso

    ​Tre passioni: il mondo antico, la scrittura, i viaggi. La curiosità e l’attrazione per ciò che è diverso perché lontano nello spazio, nel tempo o nel pensiero. La voglia di condividere con tanti le belle scoperte quotidiane. Condividerle attraverso la scrittura. Un solo mestiere possibile: la giornalista che racconta il passato del mondo. Scrive su temi di archeologia, comunicazione dei beni culturali, uso contemporaneo del passato, turismo culturale per i quotidiani La Repubblica e Il Sole 24 ore, e per diverse riviste italiane e straniere. Dirige il Magazine e il Journal di Archeostorie.

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