San Paolo è stato un personaggio scomodo, ‘disturbante’ come lo ha definito Cristoforo Gorno che gli ha dedicato il suo ultimo romanzo La spia celeste. Disturba sempre chi si assume l’onere di organizzare, definire, affidare un compito a tutti. Far funzionare la macchina, insomma. Ma Paolo tra i cristiani voleva anche imporre il suo volere e ci riuscì, a prezzo di parecchi malcontenti. E il suo modo di fare diretto, senza peli sulla lingua però calcolato fino all’ultima parola e all’ultimo gesto, in verità non lo sopportava nessuno. Turbava, sobillava, creava zizzania.
Spia celeste dei romani
Nonostante tutto ciò, o forse proprio per questo, Gorno insinua che fu scelto dai romani di Palestina come spia, infiltrato tra i giudei per intuire le loro mosse e prevenire tumulti. Un’ipotesi azzardata, complicata, pericolosa. Gorno ripercorre tutta la vita di Paolo di Tarso suggerendo come tanti episodi si spiegano solo se frutto di un’intesa tra lui e i romani. Perché lo salvano da linciaggi e morte certa? Perché lo tengono prigioniero ma di fatto libero, e lo proteggono? Che fosse cittadino romano, non basta. Gorno cammina su un terreno molto scivoloso ma riesce a non cadere mai. E a far riflettere.
Lo fa con una struttura romanzesca che è un po’ come Paolo, sincopata, divisa in capitoletti brevi affidati a narratori diversi. La successione degli episodi è lineare ma si percepiscono più i salti tra voce e voce. Però è quel che serve a Gorno per offrire più punti di vista sulla vita di Paolo. Ed è proprio questo il valore del romanzo.
Vita vera degli Apostoli
Siamo troppo abituati a conoscere la nascita del cristianesimo attraverso le Scritture che necessariamente si concentrano sulla diffusione della novella e non si curano della vita quotidiana. Almeno nel nostro paese, gli studi sulla storicità delle figure di Gesù e degli Apostoli non hanno trovato diffusione tra la gente. Gorno prova a immaginare, sulla base dei documenti e delle nostre conoscenze sulla vita di allora, come siano andate davvero le cose.
Gli Apostoli andavano predicando di città in città, ma come si mantenevano? Chiedevano ospitalità. Facevano crowdfunding e ovviamente prediligevano le ingenti somme, e persino eredità, di ricche signore. Rischiando a volte di provocare le ire dei parenti che si trovavano a bocca asciutta.
E poi, com’erano organizzati i primi cristiani? Per le cose pratiche, di tutti i giorni. Quali strumenti usavano per catturare a sé così tante genti? E come si relazionavano davvero con gli ebrei e soprattutto con quei culti pagani orientali così simili a loro in tanti aspetti? Se hanno avuto più fortuna di tutti, è sicuramente grazie a Paolo. Ma anche grazie all’accordo di Paolo con Roma?
Paolo disturbante
Il patto, sostiene Gorno, era semplice: ci si aiuta reciprocamente a vantaggio di entrambi. Chissà se ci fu davvero. Con un personaggio come Paolo, non sarebbe improbabile. E in fondo, qualche secolo dopo il patto c’è stato proprio, e nel lungo periodo ha giovato molto più ai cristiani. Ma agli inizi?
Un Paolo calcolatore fino a questo punto, pare davvero un genio del male, sorta di Jago ante litteram senza scrupolo alcuno. Con un fine diverso dall’odio, ma capace degli stessi mezzi. Il Paolo di Gorno è ancor più ‘disturbante’ del Paolo che conosciamo. La lettura lascia un senso di disagio. Ma forse proprio per questo, colpisce nel segno.
Cristoforo Gorno
La spia celeste
Rai Libri, 2022, pagine 224, euro 18
0 commenti