Cristoforo Gorno il narratore gentile

3 Settembre 2020
Seguito della trasmissione tivù, il nuovo libro di Cristoforo Gorno racconta le storie del passato come se fossero fatti di cronaca d'oggi

Come un inviato nel mondo antico” dice la presentazione di Cronache dall’antichità, il fortunato programma di Rai Storia condotta da Cristoforo Gorno. E ora che alcune puntate sono condensate in un bel libro da oggi in libreria, il cronista non ha di certo perduto la sua verve.

Vere indagini nel mondo antico

Racconta al lettore le grandi vicende del passato proprio come se fosse lì a indagare, a chiedere informazioni, a intervistare i passanti. Che sono in realtà i grandi scrittori del mondo antico di cui Gorno, proprio come fa nella trasmissione tivù, riporta ampi passi. È il pregio maggiore della trasmissione, e anche del libro.

Mentre molti divulgatori rifuggono dai testi letterari e dalle parole antiche, Gorno usa entrambi ampiamente e sapientemente, spiegando quel che potrebbe risultare poco chiaro. Così anche a noi lettori pare proprio di essere lì, nel luogo del delitto o del processo o della battaglia, a caccia di testimonianze; seguiamo col fiato sospeso le vicende di Ulisse e Agamennone, di Leonida e Socrate, di RomoloAnnibale e Cesare e di tanti imperatori romani. Anche se la storia la sappiamo già, è il taglio cronachistico che ci prende e ci incolla alla pagina. È la ricerca degli indizi per ricostruire i fatti.

Cristoforo Gorno

Cristoforo Gorno narratore gentile

È anche, però, la descrizione dei luoghi. Gorno segue passo dopo passo il rientro di Agamennone a Micene dopo la guerra di Troia, dall’approdo sul golfo di Nauplia all’ingresso in città sotto la Porta dei leoni fino all’arrivo al palazzo dove verrà ucciso. Segue poi Ulisse nella sua isola petrosa, dove sarà invece lui a uccidere. Descrive con tale precisione l’agorà di Atene e il luogo dove avvenne il processo a Socrate, che pare di essere seduti tra il pubblico o tra i giurati. Collega paesaggi antichi e moderni, così da trasferire il lettore totalmente in medias res.

Non tutti i capitoli, però, sono così prodighi di descrizioni di luoghi. Forse perché la trasmissione tivù, girata proprio in ‘quei’ luoghi, non richiedeva un linguaggio visuale troppo marcato. Mentre il testo scritto avrebbe tratto giovamento da qualche immagine in più. Ma è pecca di poco conto, ampiamente compensata dalla scrittura garbata e semplice con cui Gorno racconta e ci avvince.

Ha saputo costruire un vero viaggio di esplorazione nella nostra antichità, dagli albori con la guerra di Troia fino al tramonto del paganesimo con l’editto di Teodosio del 380 d.C., a suo avviso la vera fine del mondo antico (e come dargli torto?). Un viaggio fatto di dieci episodi, dieci storie così significative e importanti e forti, da essere radicate profondamente nel nostro immaginario. Il loro mondo non c’è più ma loro rivivono in noi. Popolano di continuo le nostre menti e i nostri cuori.

 

Cristoforo Gorno
Cronache dall’antichità
Dieci storie dalla guerra di Troia al tramonto degli dei
Rai Libri, pagine 290, euro 18

Autore

  • Cinzia Dal Maso

    ​Tre passioni: il mondo antico, la scrittura, i viaggi. La curiosità e l’attrazione per ciò che è diverso perché lontano nello spazio, nel tempo o nel pensiero. La voglia di condividere con tanti le belle scoperte quotidiane. Condividerle attraverso la scrittura. Un solo mestiere possibile: la giornalista che racconta il passato del mondo. Scrive su temi di archeologia, comunicazione dei beni culturali, uso contemporaneo del passato, turismo culturale per i quotidiani La Repubblica e Il Sole 24 ore, e per diverse riviste italiane e straniere. Dirige il Magazine e il Journal di Archeostorie.

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3 Commenti

  1. Franco Catalani

    Cristoforo Gorno oltre a essere bravo è un grande, con lui la storia è un piacere seguirla

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    • retro

      Concordo in pieno!

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  2. GIACOMO GIOVANNETTI

    Gorno ha fatto quello che in Italia fanno pochi: utilizzare i testi dei contemporanei sintetizzando gli avvenimenti, citando anche le possibili alternative senza la smania di voler dimostrare qualcosa, nel bene e nel male: in poche parole fa lo “storico” e non il giornalista.

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