Con gli occhi di Giulio Cesare

27 Maggio 2019
In Io sono Cesare, Cristoforo Gorno ha giocato d’azzardo come il protagonista del suo romanzo. E proprio come Giulio Cesare, ha vinto

Essere il Dittatore, il Pontefice Massimo, l’Imperator. Essere Gaio Giulio Cesare.

Questo è l’obiettivo di Cristoforo Gorno, autore e conduttore televisivo e grande conoscitore del mondo antico, con il suo romanzo Io sono Cesare. Memorie di un giocatore d’azzardo.

Giulio Cesare: l’uomo

Con una scrittura precisa ed efficace, e mai incline al compiacimento stilistico, Gorno fa narrare a Giulio Cesare la propria vita in prima persona, utilizzando come espediente un presunto testamento lasciato al figlio adottivo Ottaviano, il futuro Augusto. Una vera e propria biografia che ripercorre i momenti più salienti del complicatissimo periodo della storia romana che precedette il passaggio dalla Repubblica all’Impero.

Il Giulio Cesare di Gorno è esattamente come lo abbiamo sempre immaginato: determinato, calcolatore, lucido, diretto. Gorno però scava nel suo profondo e ci fa vivere anche i momenti più intimi della sua quotidianità, rendendoci partecipi dei suoi legami più forti con amici, compagni d’arme, madre, figlia, mogli, amanti.

Descrive i pensieri del Divo e le sue emozioni, utilizza frasi a effetto per imprimere le idee e la forza di Cesare nelle persone che egli ama e di cui si fida. Come uno dei tanti consigli a Ottaviano: “l’occasione vantaggiosa può presentarsi dove nessuno se l’aspetta, la devi individuare, coltivare, preparare e poi affondare il colpo senza esitazioni”. Una frase che riassume tutto lo spirito del romanzo.

La consuetudine e l’intimità che Gorno ha raggiunto con la personalità di Giulio Cesare si percepisce in ogni riga delle oltre cinquecento pagine del romanzo: dalla gioventù nella Suburra fino alla mattina delle Idi di Marzo, epilogo di una vita dai tratti leggendari e tra le più importanti della storia antica.

Tutti gli avvenimenti di una vita leggendaria

Davvero godibili sono le pagine iniziali dove, anche grazie a una maggiore libertà narrativa, il profilo del futuro condottiero emerge già dai primi ricordi di gioventù. Così come nella parte finale si ha la piena sensazione di trovarsi di fronte a un padre che a cuore aperto parla al figlio dei propri timori, e desidera lasciargli solo il meglio perché possa diventare persino più leggendario di lui.

Nel corpo del romanzo prevale invece la vena didascalica di Gorno che descrive e spiega nel dettaglio ogni avvenimento così che tutti, anche i digiuni di storia romana, possano seguire il discorso. In maniera sapiente riprende diversi testi originali di famose lettere che Cesare scambiò con personaggi cardine della sua esistenza, così da rendere sempre più veritiero il testamento. Ogni persona fondamentale della vita di Cesare, amico o nemico, appare nel romanzo: nulla è trascurato. Lo stesso può dirsi per le battaglie, sia quelle dialettiche in senato che quelle reali, dove più volte Cesare si è trovato faccia a faccia con la morte.

Un combattente nato

Le battaglie: la vita di Giulio Cesare è stata scandita dalle battaglie. E nella descrizione delle battaglie si cela forse l’unica (e trascurabile) pecca di un ottimo romanzo, capace di tenere il lettore incollato alle pagine fino alla fine: il fatto di cedere il passo, a volte, alla cronaca piuttosto che alle emozioni.

Gorno permette al suo imprinting da storico di prendere il sopravvento sul lato più romanzesco del racconto, fornendo fin troppi dettagli su nomi o avvenimenti minori delle guerre galliche o delle battaglie in Egitto con i Tolomei, conferendo in quei casi al libro un taglio più saggistico che narrativo.

In realtà, poiché si tratta di un ipotetico testamento a Ottaviano, questi avrebbe dovuto conoscere molte informazioni su scontri e vittorie di Cesare, senza che gli venissero tutte perfettamente e cronologicamente ricordate; e il lettore, anche quello più appassionato di battaglie dell’antica Roma, potrebbe trovare eccessiva la loro citazione e descrizione, non essendo sempre fondamentali ai fini dello sviluppo narrativo.

Un visionario

Insomma avremmo preferito qualche pagina descrittiva in meno a favore, magari, di descrizioni più partecipate di momenti personali ed emozionanti della vita di Giulio Cesare come la visita alla tomba di Alessandro Magno, o il continuo punzecchiarsi con Cicerone, o gli scambi di battute con gli amici di sempre.

Ma poco male, perché nel complesso il libro dà un quadro a tutto tondo della vita di Giulio Cesare e della sua straordinaria visione. Permette davvero di farsi un’idea di come Cesare ragionava e agiva, di ‘pesare’ i suoi colleghi e avversari (alcuni momenti con Crasso e Pompeo, nei periodi appena antecedenti e successivi al Triumvirato, restano memorabili), oltre che riportare alla mente uno dei periodi storici fondamentali della storia di Roma.

Leggendo Io sono Cesare si percepisce, palpabile, la passione che ha spinto Gorno a scrivere, la stessa che mette quotidianamente nell’ideare e curare programmi culturali televisivi di successo come Atlantide o Impero, e nel condurre i programmi storici per Rai Storia.

E poi, siamo sinceri, chi almeno una volta nella vita non ha immaginato di ‘essere Cesare’?

 

Cristoforo Gorno
Io sono Cesare. memorie di un giocatore d’azzardo
Rai Libri, 2019, pagine 544, euro 20

Autore

  • Francesco Nocito

    Archeologo con la passione per la fotografia e la musica. Attualmente lavora come operatore museale per CoopCulture, e come libero professionista offre consulenza in comunicazione digitale per i beni culturali. Ama leggere e guardare film. Per rilassarsi scrive, oppure s’infila un paio di scarpe da corsa e va avanti fino a quando il fiato regge. Ogni volta che può, mette in una borsa il minimo indispensabile e la macchina fotografica, e parte alla scoperta di luoghi nuovi.

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