Child, la Summer school che fa tornare bambini

13 Settembre 2023
A Fontecchio, paese nel cuore dell’Abruzzo, la Summer school Child riunisce i professionisti più diversi per individuare assieme possibili risposte alle criticità d’oggi

Si chiama Child (Cultural Heritage, Identity and Local Development) ed è una Summer school che fa tornare bambini. Per davvero. Dibattendo per quattro giorni di comunità culturali, senso di cittadinanza e innovazione, costringe a liberarsi da ogni idea preconcetta e a guardare il mondo con stupore e curiosità, aprendo mille porte sul futuro.

Fontecchio paese che sorprende

La Summer school Child si svolge da tre anni a Fontecchio, paese di trecento anime nel cuore dell’Abruzzo, e il luogo fa la differenza. In pochi giorni riesci a conoscere quasi tutti. Sei estraneo ma sei accolto col sorriso, e sapendo perché sei lì, ognuno ti racconta la propria storia. Un paese che si è via via spopolato, le case vuote che si riempiono solo d’estate quando gli emigranti vi fanno ritorno. O emigranti in pensione che tornano e non trovano più quel che avevano lasciato, e ne parlano con accorata nostalgia. Un centro storico in ricostruzione mentre molti vivono ancora nelle abitazioni del terremoto. E alcuni tra loro, anziani, nella scomoda casa in centro non vogliono più tornare. Ma anche, a fare da controcanto, l’arrivo di nuovi abitanti, alcuni giunti per necessità a cercare lavoro, altri solo una dimensione più umana della vita. C’è insomma a Fontecchio quel che si può trovare in mille altri paesi dell’Appennino. Ma c’è anche qualcosa in più.

Una sindaca forte, Sabrina Ciancone, che ha traghettato al meglio il paese fuori dalle emergenze terremoto e Covid. E ha chiamato a sovrintendere alla cultura la vulcanica Valeria Pica, museologa di vaglia e nipote di fontecchiani che, giunta lì anni fa per concedersi una pausa, non è più tornata in città. Entrambe scommettono sul rinnovamento di Fontecchio con grande energia. Con vari lasciti hanno costituito una biblioteca ben fornita; hanno creato un centro culturale gestito da giovani dei paesi vicini, e altri centri sono in via di costituzione; hanno invitato artisti in paese che poi hanno deciso di restare; e tutti assieme sfornano iniziative culturali e sociali a ritmo continuo. Non ci sia annoia a Fontecchio, anzi! La vita è quasi più frenetica che in città – dicono le due.

Fontecchio la torre

Summer school Child: passeggiata patrimoniale tra le vie di Fontecchio. Mostra fotografica all’interno della torre

Summer school Child faro d’Abruzzo e d’Europa

E Fontecchio fa notizia in Abruzzo, è un esempio per molti. Sicuramente lo è per i giovani dai tanti paesi della regione che hanno voluto frequentare la Summer school Child. Ognuno con la propria storia, le proprie peculiarità e criticità. Ognuno desideroso di trovare il modo migliore per fare qualcosa per la propria terra, evitando sia la gentrificazione che lo spopolamento. Sono proprio loro i destinatari principali di queste prime edizioni di Child che sono sostenute finanziariamente dall’Università dell’Aquila e dall’Osservatorio culturale urbano dell’AquilaGran Sasso Science Institute. L’idea della Summer school Child è di Valeria Pica con Alessandro Crociata, economista dell’Università di Chieti, e Simona Troilo che insegna storia contemporanea all’Università dell’Aquila. Lo scopo è coniugare l’impegno locale con una visione sovranazionale, e infatti la Summer school conta di imporsi nel panorama europeo. Del resto, già Fontecchio è tra le ‘comunità di eredità’ fondatrici del Faro Convention Network del Consiglio d’Europa. Fontecchio è già intrinsecamente europea.

E la Summer School Child è europea nell’approccio, nel voler costruire una squadra tra persone di provenienze, conoscenze ed esperienze diverse, e ricercare con impegno un linguaggio comune. Il lavoro sul linguaggio è stato tutt’altro che banale, privo della retorica che la moda delle ‘parole’, oggi dilagante ovunque, porta con sé. Abbiamo scoperto che, senza rendercene conto, usavamo le stesse parole con significati diversi. Serviva dunque mettersi d’accordo, e magari trovare assieme nuove parole per esprimere i nostri concetti in modo chiaro e inequivocabile. Tutti noi abbiamo scoperto l’importanza vera del linguaggio, del mot juste, e soprattutto di come il dialogo tra saperi diversi produca una visione onnicomprensiva, dove tutti gli interessi e i bisogni sono rappresentati.

Indagare le esperienze in profondità

E poi, la Summer school Child è informale, e aiuta a conoscere da vicino e a fondo le esperienze che vi vengono presentate. Tutti noi sapevamo di Favara Farm Cultural Park, delle sue mille iniziative e dei suoi successi nel ridare vita ad aree abbandonate. Però dialogare con i fondatori Florinda Saieva e Andrea Bartoli ci ha fatto capire quanto sia un progetto di vita totalizzante per entrambi e per la famiglia tutta. Un investimento di sentimenti, oltre che di idee e denari, per scommettere su un futuro diverso e migliore. Abbiamo anche scoperto come l’Hotel du Nord di Marsiglia abbia saputo opporsi alla gentrificazione di una ex zona portuale della città e abbia costruito uno spirito comunitario a partire dai luoghi significativi per tutti. Ora accoglie visitatori capaci di farsi parte della comunità e contribuire con il loro sguardo esterno a costruire il suo futuro. E grazie a tutto ciò, ora Hotel du Nord è un interlocutore imprescindibile per chi disegna le politiche urbanistiche cittadine.

Abbiamo poi dialogato con chi in Abruzzo fa progettazione partecipata per davvero, una perla rara. Abbiamo ragionato di possibilità di finanziamento per progetti innovativi in realtà locali. Abbiamo fatto tanto, tantissimo, in pochi giorni. Abbiamo anche toccato con mano i molti problemi che chiunque provi ad andare controcorrente deve affrontare. Le ottusità della burocrazia, le mentalità conservatrici, i cittadini stessi che colgono con difficoltà il valore di un cambiamento, finché non capiscono che va a loro vantaggio. O chi al contrario vuole cavalcare il cambiamento a proprio esclusivo vantaggio.

Summer school Child foto di gruppo

Summer school Child: foto di gruppo sull’ ‘acropoli’ di Fontecchio

Summer school Child: una risposta alle esigenze della contemporaneità

Il grido della sindaca di Fontecchio è stato emblematico di una situazione sicuramente diffusa. Si trova oggetto di molte pressioni da fuori, ora che circolano tanti fondi per lo sviluppo delle aree interne e dei ‘borghi’. Gente che li guarda senza vedere, forte dei propri pregiudizi. “Noi non siamo il buon selvaggio da colonizzare”, afferma con forza. Però anche quel che lei fa per portare vita nel paese, non piace a tutti. Non piace agli autoctoni nostalgici dei tempi andati, né a chi giunge ora alla ricerca di un irreale idillio bucolico.

Fontecchio, dunque, è un paese che racchiude in sé tutte le contraddizioni della contemporaneità. Viviamo oramai tutti in una società composita dove i vecchi equilibri e punti di riferimento collettivi vanno svanendo, sostituiti a volte solo da meri interessi privati. Vorremmo costruire relazioni nuove e diverse ma non è semplice, in assenza di qualcosa che accomuni. I beni culturali possono diventare elementi aggregatori ma servono comunque idee nuove, dedizione e tanto lavoro per costruire attorno a essi una comunità. E la soluzione non è univoca, ma dipende dalle singole situazioni che al giorno d’oggi sono le più disparate. Per questo al giorno d’oggi serve essere Child, con gli occhi aperti a tutte le possibilità che un futuro instabile e imprevedibile potrà offrire, per provare a innovare veramente. Child è una buona risposta ai bisogni d’oggi di tutti noi.

Date retta a me: l’anno prossimo, iscrivetevi a Child.

Per informazioni rivolgetevi a simona.troilo@univaq.it o valpica@gmail.com.

Autore

  • Cinzia Dal Maso

    ​Tre passioni: il mondo antico, la scrittura, i viaggi. La curiosità e l’attrazione per ciò che è diverso perché lontano nello spazio, nel tempo o nel pensiero. La voglia di condividere con tanti le belle scoperte quotidiane. Condividerle attraverso la scrittura. Un solo mestiere possibile: la giornalista che racconta il passato del mondo. Scrive su temi di archeologia, comunicazione dei beni culturali, uso contemporaneo del passato, turismo culturale per i quotidiani La Repubblica e Il Sole 24 ore, e per diverse riviste italiane e straniere. Dirige il Magazine e il Journal di Archeostorie.

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