Eh già, l’imperatore Traiano non è divertente e neppure attraente. Anzi, è proprio noioso con quella sua aria perfettina da primo della classe, e quella faccia pacata e seriosa con la frangetta appiccicata alla fronte, magari sudaticcia per le lunghe marce alla testa delle sue legioni. È autorevole e risoluto, ma simpatico proprio no. Perché dunque sceglierlo per Divina Archeologia Podcast, il podcast che noi di Archeostorie abbiamo realizzato con NWFactory.media per il Museo Archeologico Nazionale di Napoli?
Perché Traiano
Perché Traiano e Ulisse sono i personaggi del mondo antico di cui Dante parla di più. Mica lo potevamo ignorare! E al Mann c’è una statua da Minturno che lo ritrae in tutto il suo (ehm…) splendore, che noi moderni abbiamo copiato in ogni dove: a Roma in via dei Fori imperiali, a Benevento di fronte al suo Arco, ad Ancona sul suo porto, e persino a Londra vicino alle mura romane della città. Sempre la stessa statua. Curioso no?
Eccoci dunque a ricordare la storia che circolava molto nel medioevo come fulgido esempio di umiltà, e ha colpito anche Dante. Si raccontava che Traiano, in procinto di partire per una guerra, sia stato fermato da una vedova che gli chiedeva giustizia per la morte del figlio. Ha esitato un attimo ma poi è sceso da cavallo e ha fatto ciò che doveva: ha restituito dignità a una morte, e al dolore di una madre disperata, e poi è ripartito. Così Traiano, “ottimo principe” a detta di tutti, lo è diventato anche per i cristiani.
Caso volle poi che quattro secoli dopo papa Gregorio Magno, mentre passeggiava per il Foro di Traiano, abbia notato un bassorilievo che secondo lui narrava proprio quell’episodio, e abbia pregato così tanto per la salvezza di Traiano che Dio lo accontentò, e l’imperatore pagano divenne cristiano. Dante narra in verità una storia ancora più bizzarra, e cioè che Dio ha fatto resuscitare Traiano per consentirgli di convertirsi e meritare così la grazia. Una storia inventata per spiegare l’inspiegabile, ovviamente, ma che ha valso a Traiano il Paradiso.
Umile? No ambizioso da morire!
Nel podcast immaginiamo Traiano lassù tra i beati mentre narra la contorta storiella, ovviamente a modo suo. “Ricordo vagamente la vicenda della vedova, ma quando fu? E certo, le ho reso giustizia, ma ho fatto solo il mio dovere. Sono un uomo giusto io. Un uomo di principi, soldato prima che imperatore. Però, in verità, mica mi garba tanto di essere ricordato solo perché ho dato ascolto a una madre disperata. Avrei voluto ben altro: oltrepassare il fiume Indo come non riuscì ad Alessandro Magno, e diventare il più grande condottiero di tutti i tempi”.
Ecco il nostro Traiano. Un uomo tutto d’un pezzo e avezzo al comando, pragmatico fino alla noia, ma per nulla modesto come si è voluto credere. Anzi, era uno che sognava in grande, e che non è riuscito a coronare il suo sogno più bello. Al diavolo la vedovella, utile solo a corroborare uno sterile mito! Dietro l’immagine dignitosa e seria dei ritratti, si nasconde un Traiano ambizioso e, in fondo, molto umano.
Le citazioni dantesche? Beh, tutta la storia della vedovella narrata nel Purgatorio (Purgatorio X, 76-93), e quella di Gregorio Magno narrata nel Paradiso all’incontro con Traiano stesso (Paradiso XX, 109-117).
Buon ascolto! E preparatevi, che nel prossimo episodio vagheremo per mare con Ulisse. Ha seguito davvero “virtute e canoscenza”? È stato davvero inghiottito dai flutti? Un Ulisse che vi sorprenderà.
Ascolta l’episodio 4: Traiano
Ascolta “DIVINA ARCHEOLOGIA PODCAST: Ep.4 Traiano” su Spreaker.
Divina Archeologia Podcast
Realizzato da Archeostorie® e NWFactory.media per il Museo Archeologico Nazionale di Napoli
Testi: Cinzia Dal Maso e Andrea W. Castellanza
Atmosfere sonore: Erica Magarelli e Francesco Sergnese
Regia: Sebastian Paolo Righi
Grafica: Gloria Marchini
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