Un LogoSound per la Galleria Borghese

21 Aprile 2022
È raro che un museo si doti di un’identità sonora, oltre che visiva. Lo ha fatto ora Galleria Borghese. Ecco il suo LogoSound

Un LogoSound per un museo. Fantascienza? Da oggi non più. La Galleria Borghese ha il suo LogoSound, commissionato al maestro Federico Longo.

È una grande notizia! Finalmente anche i musei cominciano a cogliere le potenzialità della comunicazione audio. Che sono diverse, in realtà. Un ‘ambiente sonoro’ può offrire un’esperienza immersiva molto più potente del virtuale più perfetto. App e podcast consentono l’ascolto anche fuori dal museo, e quindi la possibilità di costruire un universo di comunicazione audio che accompagna il visitatore prima, durante e dopo la visita.

Ma soprattutto, oggi il branding dei musei passa anche attraverso i suoni. Ogni museo deve avere la propria voce. La propria identità sonora. Il proprio LogoSound. Galleria Borghese l’ha capito. Ed è bello scoprire che è giunta al LogoSound nel desiderio di continuare anche oggi la missione di quel luogo e in particolare del suo costruttore, il cardinale Scipione Borghese.

Una bella storia

Perché il cardinale e i suoi successori amavano, favorivano e commissionavano arte in tutte le sue forme: al “Casino” si ascoltava musica così come si ammiravano le arti visive. Così, su iniziativa di Geraldine Leardi, nel 2020 è nato il progetto I Borghese e la musica: con la collaborazione del Conservatorio di Santa Cecilia, è stata condotta una minuziosa ricerca d’archivio sulla committenza musicale dei Borghese, seguita da una serie di concerti con strumenti storici.

Questa “sensibilità sonora” ha portato poi a costituire il coro del personale della Galleria. Mentre dal primo aprile scorso, ogni primo sabato del mese, il progetto Gli amorosi affetti offre brevi concerti nelle sale della Galleria con musiche contemporanee alle opere esposte: una vera e propria “esperienza immersiva nella cultura barocca”.

Leardi ha però voluto riportare in vita anche la committenza dei Borghese, e il 21 giugno prossimo un’opera originale site specific di Federico Longo sarà eseguita nel Museo.

Ma non siamo ancora giunti al LogoSound. Dobbiamo passare per il lancio della nuova comunicazione integrata della Galleria, non più di un mese fa. Un nuovo logo che riflette la doppia anima del luogo: una palazzina seicentesca che raccoglie una collezione di dipinti e sculture, insomma un luogo dove contenitore e contenuto sono tutt’uno.

Siamo dunque al passaggio finale: se la villa del cardinale Scipione era una villa d’arte ma anche di musica, perché non creare un’identità sonora, oltre a quella visiva? È stato lo stesso maestro Longo a proporre il LogoSound per accompagnare tutte le realizzazioni digitali e le attività social della Galleria.

Il LogoSound

Eccola, dunque, questa identità sonora. È stata interpretata come “un’idea glamour” ed è sicuramente molto attuale e raffinata, ma non è questo il punto. È un modo di caratterizzare l’istituzione che presto sarà indispensabile per tutti proprio come l’identità visiva. È solo questione di tempo.

In questi 14 secondi, il maestro Longo ha condensato i concetti di armonia, bellezza, unicità ed essenzialità delle forme che a suo avviso rappresentano la summa dei valori della Galleria Borghese. Li ha rappresentati con “una melodia che utilizza due volte il salto di ottava ascendente come slancio lirico”.

La racconta così: “Fare melodia con il salto di ottava, ovvero con la stessa nota ripetuta a due altezze differenti, significa trovare l’elemento melodico nella massima forma essenziale. Lo stesso slancio melodico si riduce prima in un intervallo di quinta giusta ascendente e, successivamente, in un intervallo di terza maggiore, questa volta discendente, divenendo una cosa sola e realizzando l’unione della dimensione verticale e orizzontale”.

Suoni essenziali, rigorosi e al tempo stesso coinvolgenti. Da cogliere all’istante. Trasmettono un senso di serenità.

Autore

  • Cinzia Dal Maso

    ​Tre passioni: il mondo antico, la scrittura, i viaggi. La curiosità e l’attrazione per ciò che è diverso perché lontano nello spazio, nel tempo o nel pensiero. La voglia di condividere con tanti le belle scoperte quotidiane. Condividerle attraverso la scrittura. Un solo mestiere possibile: la giornalista che racconta il passato del mondo. Scrive su temi di archeologia, comunicazione dei beni culturali, uso contemporaneo del passato, turismo culturale per i quotidiani La Repubblica e Il Sole 24 ore, e per diverse riviste italiane e straniere. Dirige il Magazine e il Journal di Archeostorie.

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