Divina Archeologia Podcast ep.6: Dante

29 Novembre 2021
Nessuno meglio di Dante stesso poteva chiudere Divina Archeologia Podcast. Che con Napoli ha molte più affinità di quanto si creda

Dante e Napoli

Dante a Napoli? Mah!  A molti napoletani piace credere che sia giunto in città come ambasciatore di Firenze presso Carlo II d’Angiò, e persino che assistette all’elezione pontificia di Bonifacio VIII, il papa da lui tanto odiato, prevaricatore e superbo, “lo principe de’ novi Farisei”.

Dicono poi che Dante tornò a Napoli durante l’esilio, e vagò per i Campi Flegrei. Il suo ingresso agli inferi sarebbe lo stesso lago d’Averno di Virgilio, e la “selva oscura” sarebbe il bosco che all’epoca si estendeva dall’Averno fino a Pozzuoli. Ma il condizionale è d’obbligo: non c’è testimonianza certa a suffragare questi racconti. Anche se sull’identificazione dell’Averno come luogo dantesco era pronto a scommettere persino Galileo Galilei. Ma da allora in poi, si continua a dibattere.

Tuttavia un podcast, che è opera narrativa, può fantasticare. Quindi il sesto episodio di Divina Archeologia Podcast, il podcast che noi di Archeostorie abbiamo realizzato con NWFactory.media per il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, vaga per Napoli sulle presunte orme dantesche.

Dante pop

Punto di partenza è ovviamente il Mann dove Dante si trova ritratto in uno dei soffitti, opera ottocentesca di Paolo Vetri che non pare aver scelto Dante per una ragione precisa, dato che all’epoca la sala ospitava una biblioteca di pubblicazioni sul teatro. Ma sicuramente lo ha fatto per un motivo ben più tangibile: Dante è stato l’eroe rinascimentale per eccellenza, lui esule e paladino dell’amor di patria, i suoi personaggi capaci di opporsi eroicamente a chi ne voleva determinare i destini. L’Ottocento ha decretato la sua fama che dura fino a oggi. Lo ha consacrato icona pop.

Così noi seguiamo Dante mentre esce dal Mann e raggiunge la vicina piazza Dante dove ovviamente campeggia un ottocentesco monumento a lui dedicato. E da lì lo lasciamo vagare con la mente per i luoghi delle sue vere o presunte frequentazioni napoletane.

Prima, però, anche lui si è confessato un po’ con noi. Come gli altri personaggi di Divina Archeologia Podcast, anche Dante ha riflettuto sulle proprie debolezze e ossessioni, sui desideri e traguardi raggiunti. Anche Dante, insomma, è assai poco ‘personaggio’ e molto ‘umano’.

Ed ecco le citazioni dalla Commedia: l’inizio che tutti noi conosciamo e con cui Dante si presenta (Inferno I, 1-6), e la chiusa dell’Inferno con quel “uscimmo a riveder le stelle” che secondo alcuni Dante avrebbe mutuato dalla descrizione dell’Averno nell’Eneide di Virgilio (Inferno XXXIV, 127-139). Sempre al condizionale, ovviamente.

Con Dante termina Divina Archeologia Podcast. E magari, se non ci avete seguito pedissequamente fin qui, la curiosità di ascoltare anche gli episodi precedenti vie è venuta, eh!

Buon ascolto!

Ascolta l’episodio 6: Dante

Ascolta “DIVINA ARCHEOLOGIA PODCAST: Ep.6 Dante” su Spreaker.

Divina Archeologia Podcast
Realizzato da Archeostorie® e NWFactory.media per il Museo Archeologico Nazionale di Napoli
Testi: Cinzia Dal Maso e Andrea W. Castellanza
Atmosfere sonore: Erica Magarelli e Francesco Sergnese
Regia: Sebastian Paolo Righi
Grafica: Gloria Marchini

Autore

  • Cinzia Dal Maso

    ​Tre passioni: il mondo antico, la scrittura, i viaggi. La curiosità e l’attrazione per ciò che è diverso perché lontano nello spazio, nel tempo o nel pensiero. La voglia di condividere con tanti le belle scoperte quotidiane. Condividerle attraverso la scrittura. Un solo mestiere possibile: la giornalista che racconta il passato del mondo. Scrive su temi di archeologia, comunicazione dei beni culturali, uso contemporaneo del passato, turismo culturale per i quotidiani La Repubblica e Il Sole 24 ore, e per diverse riviste italiane e straniere. Dirige il Magazine e il Journal di Archeostorie.

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2 Commenti

  1. Roberta

    Epico! Bravissimi!

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    • retro

      Grazie!

      Rispondi

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