L’eruzione in presa diretta
È il racconto dell’eruzione più bello che io abbia mai letto. Con La Fortuna Valeria Parrella ti fa salpare con Plinio da Miseno, ti fa avvicinare a Ercolano finché proprio non si può più, e poi a Stabia a lasciare Plinio, e infine in mare a vivere il ‘portento’, come lo chiama, sulla propria pelle. A vedere piovere la cenere e le pietre incandescenti dal cielo, a temere che la costa ti travolga da quanto è viva e mobile, a faticare a respirare, a smarrirsi, a bruciarsi la pelle ma restando miracolosamente vivi.
Nessun racconto, che io ricordi, era mai andato così vicino all’eruzione facendoti vivere lo stupore e il dramma, la meraviglia e la tragedia. Nessuno aveva scavato nell’intimo dei marinai di una nave e vissuto con loro la curiosità, l’angoscia, la voglia di lottare contro un nemico impari, l’istinto di fuggire, lo sfinimento, la rassegnazione. Nessuno aveva mai indagato nel profondo di un terrore così immane, al cuore del sublime.
Un giorno, durante una lezione, la mia amica Giorgia Cappelletti ha presentato alcuni esempi di racconto dell’eruzione del Vesuvio. Dal più tecnico e asettico, quello di Plinio il Giovane, a un racconto che inserisce alcuni elementi narrativi ma è comunque didascalico, quello di Alberto Angela, e infine a una narrazione vera, raccontata non in astratto ma da un preciso punto di vista, quella di un suo racconto su Plinio. Non me ne voglia Giorgia, pur grande narratrice, se aggiungo un quarto gradino alla sua scala, la narrazione intima e potente di Valeria Parrella.
Valeria Parrella e l’antico
Parrella conosce molto bene il mondo antico e specialmente Pompei. Tutto quel che narra è filologicamente o archeologicamente documentato. È preciso e rigoroso. Ma è anche stravolto dalla sua personalissima narrazione che magistralmente tiene insieme terremoti, imperatori e conquiste, anfiteatri e poeti, i due Plini e il prodigio dell’eruzione. È un racconto ambientato nel passato ma straordinariamente moderno.
Narra di una passione che vince su ogni cosa, e s’impone contro ogni evidenza. Narra di una caparbietà così forte da farti andare oltre le tue possibilità. Narra di salute e malattia, e della capacità di convivere con la malattia e farne quasi un vantaggio. Narra della capacità di stupirsi per le cose del mondo. Del valore dei ricordi. Ma soprattutto narra della paura: di come riconoscerla, affrontarla e attraversarla, per superarla. Narra insomma di sentimenti e volontà che sono di ogni tempo e al di là del tempo.
Viene da chiedersi come mai Parrella abbia atteso tanto a misurarsi con Pompei, lei che nella città antica è di casa. In qualche intervista ha citato la pandemia, e il desiderio (e il timore, anche) di affrontare qualcosa di nuovo e diverso dai suoi temi abituali. Forse però, semplicemente, c’è un tempo per tutto. Ora ha trovato il suo modo di narrare Pompei. E le siamo grati.
Valeria Parrella
La fortuna
Feltrinelli, 2022, pagine 144, euro 16
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