Ed è proprio lui ad uscire rapido dall’erba alta: il prof. Indiana Jones, junior.
Ai più scettici gioverà tuttavia ricordare che Indiana Jones ha sempre ragione. Dopo averci insegnato che l’archeologia è ricerca dei fatti, non della verità, ma che in fin dei conti è anche scavare nel punto indicato dalla X, sono sicuro che saprà fornirci più di una lezione utile per la nostra carriera di animatori digitali.
E se tutto questo ancora non vi convince, vi propongo una domanda: in un viaggio pieno di trabocchetti da chi preferireste farvi accompagnare, dal vostro prof. di Archeologia o da lui in persona?
Se vi siete dati la stessa risposta che mi sono dato io, è il momento di proseguire. Chi vuole tornare indietro può ancora farlo, abbiamo appena iniziato.
Solo l’animatore penitente…
… o non era proprio così? Mah! In fondo la cosa è la stessa. Con buona pace di quei pochissimi fra noi che conoscono a memoria la trilogia di Indy (parentesi: considerare parte della serie Il tempio maledetto è già un generoso favore; del quarto episodio non ne parliamo proprio; aspettiamo con un certo timore il quinto).
Il sole ormai sta maestosamente tramontando dietro le Colline della Confusione, dissolvendosi nella nebbia che perennemente le avvolge; la nostra guida stabilisce di fermarsi su un bel pianoro erboso che domina il paesaggio. Più tardi, intorno al fuoco, il nostro scoramento si tocca con mano. Negli occhi di tutti si legge il timore di non riuscire mai a superare l’apparentemente pacifica Valle …
“Qui basta sbagliare sentiero per rischiare di perderci per sempre e non uscire mai”.
“Quasi quasi a questo punto meglio tornare indietro …”.
“Ma è proprio questa la prima prova da affrontare!” – interviene decisa la nostra guida – “Non è un trabocchetto, non ci sono teste che rotoleranno. Ma solo l’animatore penitente potrà passare. Perché c’è solo un modo per uscire dalla Valle della Preproduzione. Essere modesti”.
Fissando i nostri visi attoniti, riflessi nella fiamma, continua: “Essere modesti vuol dire ragionare sulle nostre forze e trovare una via d’uscita rapida, che ci lasci ancora energie sufficienti per le tappe successive del viaggio. Non possiamo oziare fra questi splendidi paesaggi cercando la via più bella. Dobbiamo cercare la più breve”.
Quello che a modo suo Indy ci vuole dire è che nell’affrontare la Preproduzione dobbiamo già tenere d’occhio la sostenibilità del nostro progetto e valutare ogni idea in base alla sua reale fattibilità. Nel caso specifico di un corto di animazione vuol dire dotarsi di un elemento essenziale.
Un PC potente?
Un software aggiornato?
Un corso di grafica multimediale?
L’importanza di avere una buona storia
E per trovarla l’unico modo è cercare un’ispirazione. Io, la mia ispirazione per Closing Time l’ho trovata in un’immagine, quella che apre questo post: una fotografia semplice, banale, bruttina e imperfetta, solo oggetti anonimi. Che però in un istante solo mi hanno chiesto di prendere vita, di essere animati e musicati. Di diventare, per una volta, protagonisti: in una parola sola, di essere raccontati.
Ma adesso siamo davvero troppo stanchi per continuare. Mentre le prime idee iniziano a fluttuarci nella testa, la notte scende tranquilla nella valle silenziosa e pacifica. Domani ci aspetta una nuova giornata di cammino, ma abbiamo le idee chiare su come procedere. E questo ci conforta, e ci fa addormentare sereni.
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