Sant’Efisio e Mont’e Prama: ma la vera fantarcheologia di Sardegna è altrove

12 Giugno 2018
Sardegna: con un colpo di mano, i Giganti di Mont’e Prama sono diventati Eroi, e hanno perduto il loro fascino. E un’operazione bella come la mostra su Sant’Efisio non incontra i favori dei puristi. Mentre la fantarcheologia isolana furoreggia indisturbata

È soddisfatto Roberto Concas, direttore del Museo archeologico nazionale di Cagliari. Glielo si legge negli occhi, duri ma aperti verso il mondo tutto. Ha poco tempo a disposizione e una missione: portare i cagliaritani nel museo che più di tutti narra la loro storia, ma dove vanno quasi solo turisti. Beh, andavano, parliamo al passato. Concas la sua battaglia la sta vincendo: i cagliaritani adesso cominciano ad andare al ‘loro’ museo.

processione Sant'Efisio

La processione di Sant’Efisio – via Wikimedia

Viva Sant’Efisio!

Perché lì da aprile si racconta la storia del ‘loro’ santo: Sant’Efisio, colui che a maggio mobilita per quattro giorni la città e l’isola tutta. Da secoli. Per volontà comunale, laica: grazie a lui, nel Seicento la città si salvò dalla peste, e quindi sono i cittadini tutti a ringraziarlo, senza distinzione di credo.

Ci voleva proprio una mostra che raccontasse la storia di Sant’Efisio: la storia del santo -o per lo meno quel che si sa di lui tra realtà e leggenda- e la storia della devozione al santo. E una mostra che raccontasse tutto in modo spettacolare, portando vita e allegria tra le grigie architetture della Cittadella dei musei cagliaritana con gigantografie, costumi tradizionali, ramaduras sui pavimenti, cioè i tradizionali tappeti di petali di fiori. Colori, insomma. Tanti.

Sant'Efisio

La statua di Sant’Efisio usata per la processione di maggio – via Wikimedia

La Karalis di Efisio

La mostra racconta però anche la Cagliari romana che fa da sfondo alle vicende della vita di Efisio, milite ai tempi dell’imperatore Diocleziano che l’imperatore stesso mandò a combattere i cristiani. Ma si convertì, e subì lui stesso il martirio a Nora.

Al Museo, l’allestimento delle sale della Cagliari romana non è cambiato troppo: è bastato aggiungere il racconto di Sant’Efisio perché l’epoca meno attraente della storia antica dell’isola, diventasse di colpo interessantissima. Si segue il santo nel suo vagare per l’antica Karalis, tra vie piazze templi teatri e necropoli, e il gioco è fatto. Un tocco da maestro.

Mont’e Prama: perché eroi?

Ma in questi giorni molti torneranno al Museo anche per ammirare i Giganti di Mont’e Prama. Ah pardon: gli Eroi. Si chiamano così adesso. Da qualche giorno. Un colpo di mano: la creazione di un’immagine coordinata frutto del lavoro di un pool di esperti commissionato da Regione Sardegna e Ministero per i beni culturali, e un nuovo sito web che riunisce tutte le informazioni ‘ufficiali’ su quelle enormi statue che sono oramai l’icona dell’isola, e le attività promozionali a loro collegate. Un’operazione corretta e meritoria, certo. Se non fosse per quegli eroi…

Mostra Sardegna antica aeroporto Cagliari

Riproduzioni delle statue di Mont’e Prama come compaiono nella mostra sulla Sardegna antica all’aeroporto di Cagliari – foto Cinzia Dal Maso

Viva i Giganti!

Giganti era perfetto. Funzionava a meraviglia. Era entrato oramai nelle menti di tutti noi. Certo, non sappiamo chi fossero quelle grandi statue che segnavano forse il cammino verso le tombe, non lontano dal centro di Cabras. Ed è vero, come si puntualizza nel sito web, che non ci sono mai stati giganti nella storia dell’isola. I giganti sono una fantasia. Ma anche di fantasie si nutrono le nostre menti.

E non sono esseri fantastici pure gli eroi? Forse più dei giganti. Gli eroi sono esseri che hanno compiuto atti straordinari, venerati quasi come i santi patroni, reliquie comprese. Quindi che cos’è cambiato? Nulla. Anche perché non sappiamo se quelle statue siano legate ad azioni particolari. A vederle paiono impersonare dei ruoli: arcieri, guerrieri, pugilatori. Quindi chiamandoli ‘eroi’, si ammanta di veridicità scientifica quel che in realtà non lo è.

Insomma pare sterile polemica e nulla più. Che peccato! Anche sull’operazione di Sant’Efisio pare che i puristi dell’archeologia siano scettici. Ma perché?

Con Sant’Efisio si è utilizzata un’immagine forte e potente che sta nel cuore della gente, per stimolare coinvolgimento, interesse e desiderio di conoscere, approfondire, scoprire. E l’immagine dei Giganti, certo, negli ultimi anni è un po’ sfuggita di mano ed è stata usata per quasi tutto nell’isola. Ma bastava governare il fenomeno, aggiustare il tiro: l’operazione di comunicazione e marketing mirava in fondo a questo. E la soluzione non sta di certo nel chiamarli ‘eroi’.

Omphalos aeroporto Cagliari

Promozione della mostra Omphalos all’aeroporto di Cagliari – foto Cinzia Dal Maso

C’è fantasia e fantasia

È strana la Sardegna. Enigmatica. I resti sorprendenti del suo passato hanno dato vita alle fantasie più sconfinate, ma pare che ogni tentativo di rientrare nell’alveo della scientificità sia comunque bislacco, maldestro. Perché, ora, scagliarsi contro Sant’Efisio o i Giganti – suggestioni belle e utili – e accettare invece che l’immagine e la faccia dell’isola continuino ad ammantarsi di mistero?

All’aeroporto di Cagliari c’è da pochi giorni la mostra ‘Sardegna archeologica’ con riproduzioni dei Giganti-Eroi di Mont’e Prama, delle Statue stele di Laconi, di alcuni bronzetti e alcune Dee-madri (questi ultimi in ordine sparso e dimensioni diverse dal vero). La gente la guarda curiosa, anche se per molti aspetti è a dir poco kitsch.

Per non parlare dell’altra mostra che furoreggia all’aeroporto da più di un anno, Omphalos di Sergio Frau (collegata all’omonimo libro), la Sardegna come ombelico del mondo intero, simbolo primigenio dell’aldilà a cui poi tutti globalmente si sono ispirati.

Ecco, sono questi i biglietti da visita della Sardegna, quanto e forse più dei Giganti-Eroi di Mont’e Prama. Accolgono all’aeroporto, suggeriscono al turista dove andare e soprattutto cosa pensare. E il mondo scientifico, su tutto questo, pare ignorare e tacere. Ma perché? Proprio qui, invece, servirebbe un vero atto di coraggio.

Autore

  • Cinzia Dal Maso

    ​Tre passioni: il mondo antico, la scrittura, i viaggi. La curiosità e l’attrazione per ciò che è diverso perché lontano nello spazio, nel tempo o nel pensiero. La voglia di condividere con tanti le belle scoperte quotidiane. Condividerle attraverso la scrittura. Un solo mestiere possibile: la giornalista che racconta il passato del mondo. Scrive su temi di archeologia, comunicazione dei beni culturali, uso contemporaneo del passato, turismo culturale per i quotidiani La Repubblica e Il Sole 24 ore, e per diverse riviste italiane e straniere. Dirige il Magazine e il Journal di Archeostorie.

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