A Palermo i detenuti dell’istituto penale minorile restaurano reperti archeologici

14 Marzo 2018
‘Mettiamo assieme i cocci’ mette in mostra oggetti antichi conservati al Museo Salinas e restaurati dai ragazzi dell’istituto penale minorile della città. Quando l’archeologia è veramente sociale

Il Museo Salinas di Palermo è sempre avanti. L’ultima idea è una mostra, Mettiamo insieme i cocci, che presenta gli oggetti del museo restaurati dai ragazzi dell’Istituto penale per minori ‘Malaspina’ di Palermo. Vasi, coppe, ceramiche varie emerse dalla Necropoli punica della città che i ragazzi – italiani e stranieri – hanno toccato, manipolato e poi rimesso assieme, proprio come stanno forse cercando di rimettere assieme le proprie vite.

Un’operazione fantastica che ha coinvolto sette ragazzi per tre mesi, un giorno a settimana. Per quel giorno, il museo andava incontro a loro che al museo non possono andare, e loro si trovavano catapultati in un mondo di duemilacinquecento anni fa. Un mondo meno lontano di quanto immaginassero. Le forme dei vasi sono le stesse ‘di casa’ oggi, e anche i viaggi che i vasi hanno fatto per portare cibi da un capo all’altro del Mediterraneo, o per seguire i loro possessori giunti dal Nordafrica, non sono dissimili dai viaggi fatti da alcuni dei ragazzi del ‘Malaspina’.

Archeologia sociale al Museo Salinas

Istituto penale per minori di Palermo: ragazzi restaurano gli oggetti della necropoli punica di Palermo

Vera archeologia sociale

Il Salinas non è nuovo a operazioni così belle. Già nel 2014 la sua direttrice, Francesca Spatafora, aveva voluto portare alcuni oggetti del museo al ‘Malaspina’. E con l’aiuto dell’esperto Dario Scarpati, quegli oggetti avevano ripreso a vivere tra le mani dei ragazzi, avevano acquisito i loro nomi attuali in siciliano o arabo, ed erano tornati sul fuoco o sulla stiva della nave, almeno nella fantasia.

Toccare il passato scatena un’emozione così forte che non si scorda più. E dalla titubanza iniziale si passa facilmente alla percezione fisica della materia e del suo odore, e tale percezione scatena i ricordi personali: ognuno di noi ce li ha, non è possibile non aver mai utilizzato un oggetto di uso comune. Così quel passato di oltre duemila anni fa diventa contemporaneo; non perché la distanza temporale tra lui e noi si annulla, ma perché ne comprendiamo l’uso e il valore, e le sue storie si intrecciano alle nostre.

Disegni preparatori Istituto penale per minori di Palermo

Istituto penale per minori di Palermo: disegni preparatori per lo studio e il restauro degli oggetti antichi

Rimettere assieme cocci di ceramica e di vita

Tutto questo Spatafora ha regalato ai ragazzi del ‘Malaspina’, oltre tre anni fa. Ora se possibile ha fatto ancora di più. I ragazzi non hanno solo toccato i ‘cocci’ antichi assieme ad archeologi e antropologi ma, guidati da restauratori, li hanno anche messi assieme a riformare il vaso così com’era. Non hanno solo ‘dialogato’ con i loro antenati attraverso i cocci, ma hanno anche visto il passato ricomporsi tra le loro mani. E hanno appreso i rudimenti di un mestiere.

Non è poco. È la prima volta in Italia che si lavora su oggetti antichi in un istituto penale, mentre altrove in Europa si fa da tempo. I ragazzi non possono ovviamente visitare la mostra al Salinas ma la mostra andrà poi da loro: così il Salinas assolve concretamente alla funzione sociale del museo di garantire a tutti i cittadini il diritto di accesso alla propria eredità culturale.

Mostra Mettiamo assieme i cocci

In mostra al Museo Salinas di Palermo gli oggetti restaurati dai ragazzi dell’Istituto penale per minori della città

Mettiamo insieme i cocci
Palermo, Museo archeologico Salinas
fino al 25 marzo 2018
ingresso libero
martedì-sabato ore 9.30 – 18.30
domenica ore 9.30 – 13
lunedì chiuso

Autore

  • Cinzia Dal Maso

    ​Tre passioni: il mondo antico, la scrittura, i viaggi. La curiosità e l’attrazione per ciò che è diverso perché lontano nello spazio, nel tempo o nel pensiero. La voglia di condividere con tanti le belle scoperte quotidiane. Condividerle attraverso la scrittura. Un solo mestiere possibile: la giornalista che racconta il passato del mondo. Scrive su temi di archeologia, comunicazione dei beni culturali, uso contemporaneo del passato, turismo culturale per i quotidiani La Repubblica e Il Sole 24 ore, e per diverse riviste italiane e straniere. Dirige il Magazine e il Journal di Archeostorie.

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