“È il mio luogo del cuore, ci ho voluto portare subito la mia fidanzata”. “Non ci venivamo da tempo, era un nostro sogno”. “Siamo qui perché ce l’ha detto nostro figlio, che è venuto ieri”. E tante altre coppie di ogni età, e nel weekend gruppi di ragazzi, per un totale di 908 ingressi al Museo archeologico di Populonia – Collezione Gasparri nella prima settimana di apertura.
È stato tra i pochi musei ad aprire le porte il 18 maggio, alla fine del lockdown. Dai grandi musei cittadini aperti, giungono voci di sale pressoché vuote e giornate tranquille. Si è persino ironizzato paragonando quelle stanze vuote alle lunghe file da McDonald o all’Ikea.
Però spesso, durante il lockdown, si era detto che i veri protagonisti della ripartenza sarebbero stati i piccoli musei locali. Quei musei che, se attivi e capaci, sono il punto di riferimento di un territorio e ora possono dare risposte concrete al bisogno di socialità e di coesione dei suoi cittadini. E per chi giunge da fuori, possono diventare il punto di riferimento per la scoperta del territorio e della sua gente. Ora ancor più di prima.
Per questo abbiamo chiesto notizie proprio agli amici di Populonia. Perché sono piccoli, anzi piccolissimi, e sono ‘in provincia’. Sono anche un’istituzione privata, e di questi tempi molti privati stanno esitando ad aprire nel timore, anzi la certezza, che le spese siano nettamente superiori ai ricavi.
Rispetto ad altri, Populonia ha il grande vantaggio di essere un luogo da sogno a picco sul mare. Un ‘luogo del cuore’ per molti, che risponde perfettamente al bisogno attuale di aria aperta e di mare. Però la gente potrebbe andare per l’appunto al mare, ignorando il museo. E invece sta andando anche al museo che comprende una collezione di oggetti etruschi provenienti dagli scavi nella necropoli del golfo di Baratti, e la salita alla torre del borgo da cui si gode un panorama fantastico sulla costa.
La gente va al museo convinta. Un bambino di Follonica, Leonardo, ha chiesto espressamente al babbo di andare subito a Populonia. È giunto martedì, “una freccia nei nostri cuori” racconta Carolina Megale, amministratrice della società Past Experience che gestisce il Museo. “Allora abbiamo deciso che per tutta l’estate i bambini delle scuole primarie avranno ingresso libero al museo”.
Fino a fine maggio l’ingresso è libero per tutti, e lo è anche il parcheggio di fronte al borgo, fonte di guadagno rilevante per la famiglia Gasparri proprietaria del borgo. “Però così abbiamo voluto dare tutti assieme un segnale importante, dimostrare tutto il nostro impegno per la ripresa”, continua Megale. “Sappiamo di aver creato grande aspettativa durante il lockdown, con la nostra intensissima attività sui social. E ora la soddisfiamo con questi giorni di apertura gratuita. È un servizio doveroso verso chi ci ama, ma anche verso chi non ci ha ancora scoperti, pur vivendo magari nei dintorni”.
Così è partito il passaparola, e il Museo si è riempito. Anche per vedere la bella statuina di Aiace che, normalmente chiusa nei depositi del Museo archeologico di Firenze, è ora in mostra a Populonia e vi resterà fino a fine anno.
“Gli ambienti sono piccoli e quindi la nostra attenzione per il distanziamento fisico è altissima, specie nella gestione delle salite e discese alla torre. E cerchiamo di essere ancor più cordiali e disponibili del solito, rispondendo alle esigenze di tutti, per rendere la visita piacevole nonostante le regole da rispettare”, osserva Megale. “Ci stiamo anche organizzando per far trascorrere piacevolmente il tempo a chi sta in coda in attesa. Stiamo realizzando dei pannelli descrittivi del borgo e del museo, che metteremo accanto agli ingressi. E poi un’audioguida consultabile sulla piattaforma IZI-travel. Servirà chi sta in coda un po’ ovunque, anche nei ristoranti del borgo”.
I ristoranti, certo, ma anche i resort e le aziende agricole vicine, le guide turistiche e ambientali, i coordinatori dei musei etruschi dei dintorni. Il Museo sta rafforzando la rete che aveva già tessuto in passato, ma che ora serve più che mai. Se i musei locali sopravviveranno a questa crisi, sarà solo costruendo un sistema con tutte le realtà culturali e produttive del territorio; proponendo un’offerta turistica comune e integrata, dove ognuno fa la propria parte. E in questo sistema il museo deve offrire svago, intrattenimento, il piacere della scoperta.
Populonia lo fa a meraviglia, e Megale riconosce di aver avuto un’ottima scuola nel Museo di storia naturale di Livorno con cui ha collaborato per anni. Un museo di una media città di provincia che ha saputo entrare nel cuore dei cittadini. “Ha riaperto venerdì 22 alle ore 15 – racconta trionfante Megale – e in un solo pomeriggio, fino alle 19, ha staccato duecento biglietti!”.
La Galleria Borghese di Roma nel suo primo giorno, una giornata intera, è giunta a quota cento.
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