Le Nuove Eroidi: donne d’oggi, donne mitiche

19 Maggio 2020
Il poeta Ovidio aveva offerto la propria penna alle eroine del mito. Ora invece, ne Le nuove Eroidi, sono le donne d'oggi a dar voce contemporanea al mito

Le Eroidi

Immaginate un uomo.

Un uomo solo, in un mondo fatto di uomini.

Un mondo in cui gli uomini erano spesso violenti, sia in pace che in guerra: violenti dentro, per loro natura. Uomini che non avevano scrupoli a difendere la propria Verità durante i processi: nulla più di una vera menzogna agli occhi degli avversari.

Uomini che sciacquavano dalle proprie mani il sangue con vasi d’oro portati da schiave, per immergerle subito dopo in vino, corde di cetre, mantelli fruscianti su morbide curve di ragazze, tinture per scrivere, cibo pregiato, rotoli di papiro.

Uomini che affrontavano la morte con la stessa facilità con cui la procuravano, firmando documenti di pena capitale per il giorno dopo. Mentre il carnefice dormiva sonni pesanti nel proprio letto, accanto all’amante, probabilmente una donna.

Una donna circondata da tanti uomini che costringevano lei e le altre donne fra i lacci delle proprie leggi e dei propri giudizi. Una donna che forse, vedendo il sangue scorrere da sé a cadenze regolari, sapeva rispettarne il significato e il dolore, al contrario degli altri.

Ma torniamo a quell’uomo solo, in quel mondo di uomini e donne sole.

Il suo nome era Publio Ovidio Nasone, scrittore latino allontanato dalla propria casa di Roma, dai propri averi e da una moglie di cui non possedeva nulla se non l’amore. Fu relegato dall’imperatore Augusto nella remota colonia di Tomi, sulle coste del Mar Nero, per una colpa su cui ancora oggi nulla è certo. Fra le ipotesi, un possibile peccato d’amore.

Tuttavia, circa vent’anni prima di quei fatti dell’8 d.C., l’uomo solo scelse di impugnare lo stilo ma non per condannare a morte, a eccezione di chi glielo domandava in lacrime, come necessità, come atto d’amore.

Scrisse storie di donne sole che nutrivano il desiderio di mandare una lettera ai propri cari. Condivideva con esse la profonda passione e angoscia per ciò che ci rende umani.

Così nascevano le Eroidi, una raccolta di epistole vergata da un solo uomo che diede voce a molte eroine famose: Fedra, Didone, Ero, Laodamia, Deianira, Penelope, Elena, Medea.

Ovidio lasciò che fossero loro a parlare, in prima persona: protagoniste del mito ma dalle emozioni comuni, tutte combattevano per poter liberarsi da qualcosa o da qualcuno, oppure per riavere tutto indietro.  

Le Nuove Eroidi

Ora invece immaginate delle donne, insieme.

Donne in un mondo fatto di uomini e di donne, insieme: il mondo che conosciamo oggi. Donne che spesso si trovano ancora sole, ma che continuano a lottare per cambiare quel che sta loro intorno, perché sanno di potercela fare, perché molte prima di loro ce l’hanno fatta.

E uomini che si scoprono soli a loro volta: soli nel nucleo familiare, nell’amore, nel proprio paese, nel proprio corpo. Uomini che vorrebbero essere donne e viceversa.  

Tutti, donne e uomini, combattono guerre fatte di armi che sparano e feriscono, e altre di offese più subdole, nascoste dietro uno schermo luminoso.

Immaginate però quelle donne, insieme, mentre inforcano la tastiera del computer. Donne conosciutesi solo attraverso le pile di inchiostro versate negli anni di attivismo sulle pagine di libri e giornali: Antonella Lattanzi, Valeria Parrella, Ilaria Bernardini, Veronica Raimo, Chiara Valerio, Caterina Bonvicini, Michela Murgia e Teresa Ciabatti. Tutte chiamate dall’editore HarperCollins Italia a rispondere all’eco delle eroine del mito raccontate da Ovidio.

In un’opera antologica di sole 200 pagine, si sono cimentate nel dare nuova linfa a quelle donne che all’anagrafe non sono mai esistite veramente, che non hanno domicilio e non hanno documenti, così come i loro uomini.  

Donne e uomini che nella loro non-esistenza vivono per sempre senza essere mai nati, con nomi e cognomi di persone di ogni nazionalità. Vivono grazie alle loro emozioni e alle loro storie universali, senza altra identità se non quella donata loro dalle voci interiori di chi scrive e di chi legge.

Miti che sono esistiti grazie all’inchiostro di quell’uomo solo, un tempo; che rivivono sulle tastiere delle donne insieme, oggi. Vivono nelle pagine che ora ricadono nelle mie mani e che ricadranno nelle vostre, donne e uomini di questo mondo: esseri umani.

Così, sono nate Le Nuove Eroidi.

Le Nuove Eroidi

AAVV, Le Nuove Eroidi
Harper Collins, 2020, pagine 208, euro 17,50

Autore

  • Claudia Renzi

    Specializzanda in filologia classica all’Università “La Sapienza” di Roma, scrive per passione, cercando di coinvolgere nella sua devozione per l’antico il maggior numero di persone possibile, soprattutto quelle scettiche e apparentemente disinteressate. Se non riesce a emozionare con carta e penna, tenta l’impresa con la sua voce da contralto sulle note di Monteverdi e De Victoria.

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2 Commenti

  1. Juan Diego

    Una vivida fotografia! Grazie di dare spazio a queste storie che meritano di essere raccontate

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  2. BRENNA Gianfranco

    Ritorno a dire HOMO, ieri, l’altro ieri nel buio delle grotte di 2 milioni di anni fa… sempre lui HOMO, padre, marito, guerriero, ma mai DOMINA.
    LUI é lì spavaldo, sicuro di se stesso, ma non ricorda, lui, di essere stato nelle braccia di mamma a farsi cullare e chiedere sicurezza : LEI era li, ma il padre faceva la guerra ….. poi lui é diventato LUI e ha acquisito lo statuto di HOMO.
    La storia la conosciamo : tutte le società patriarcali sono fondate sull’HOMO nella violenza, nella prevaricazione senza scrupoli sia con i propri simili che verso l’ambiente : il risultato é davanti a noi.
    L’HOMO sta distruggendo la propria casa, i propri simili, gli esseri non umani e l’ambiente dove tutti noi viviamo.
    Grazie a VOI FEMMINE DELL’HOMO, forse riuscirete a cambiare la società.

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