Il futuro delle materie umanistiche è globale

7 Aprile 2022
Le materie umanistiche sono indispensabili perché ci aiutano a vivere da cittadini del pianeta. Se ne è parlato a Verona alla prima conferenza di Sirius Game

Il futuro delle materie umanistiche: tra competenze globali e EdTech. Un tema impegnativo per il primo convegno di Sirius Game – piattaforma di gaming per imparare il latino in modo interattivo e inclusivo – che si è tenuto a Verona il 2 aprile scorso.

Già la scelta del luogo della conferenza, il Museo di Storia Naturale, rivela uno degli scopi dell’incontro: favorire una collaborazione, non una competizione, tra discipline umanistiche e scientifiche. Tornando a quella armonia e cooperazione tra i saperi che era tipica del mondo antico.

Hanno preso la parola tre speaker che si stanno distinguendo nell’ambito dell’innovazione nel settore umanistico:

  • Massimiliano Tarozzi, docente all’Università di Bologna e Visiting Professor alla UCL, chair della prima cattedra UNESCO in Italia di Global Citizenship Education in Higher Education;
  • Cristiana Caserta, PhD, docente di latino al liceo e Top Linkedin Voice;
  • Esmeralda Moretti, studentessa di Filosofia alla Sapienza di Roma, redattrice e speaker radiofonica che usa i social per divulgare la filosofia in modo fresco e giovane.

Sono tre profili molto diversi ma accomunati da un obiettivo: l’impegno pratico nel riportare in luce il ruolo delle materie umanistiche nella società contemporanea.

Competenze globali: una prospettiva per inquadrare il futuro

Nel discorso di Tarozzi, ma anche di Caserta, è emersa la necessità di valorizzare il ruolo delle materie umanistiche all’interno delle competenze globali. Ma cosa sono esattamente le competenze globali? L’Unesco le ha definite non tanto come delle discipline vere e proprie, quanto piuttosto come un “paradigma di inquadramento” che permette di inserire i diversi saperi nell’ottica di uno sviluppo comune più giusto, tollerante e sostenibile.

In tale contesto le materie umanistiche – afferma Tarozzi – possono giocare un ruolo importante, non solo nel rapporto tra esseri umani, ma anche con l’universo di cui facciamo parte. È infatti con lo stoicismo che è nato il concetto occidentale di cosmopolitismo. Gli stoici vedevano le persone come cittadini del kosmos, cioè non solo del mondo abitato, ma del mondo nel suo complesso, inteso in una prospettiva olistica. È esattamente lo scopo delle competenze globali: unire i singoli cittadini alle sorti del pianeta in cui vivono.

Un nuovo modo di fare scuola tra managerialità e creatività

Un futuro che si costruisce ogni giorno, tra i banchi di scuola. Ed è stata Caserta a condividere la sua esperienza quotidiana di docente liceale. Partendo dalla consapevolezza che di fronte alle sfide di oggi neppure i docenti sono preparati. Bisogna quindi mettersi nell’ottica del dover costantemente imparare, e questo può diventare un punto di unione con gli alunni.

Caserta ha citato il ricercatore Otto Scharmer: bisogna “connettere lo studente con le sorgenti della creatività e con l’essenza profonda del suo essere umano, insegnandogli a co-percepire le future possibilità emergenti e a farle sbocciare”. Il docente deve dunque essere anche preparato sui temi di attualità, così da partire da suggestioni del dibattito contemporaneo per stimolare gli studenti. E deve assumere un ruolo manageriale e proattivo.

Per garantire il benessere e la felicità dello studente, spesso troppo ignorati nello studio delle materie umanistiche, Caserta afferma che è fondamentale coinvolgere gli studenti in compiti pratici. Creare un progetto, realizzare un podcast, girare un cortometraggio: sono le attività più apprezzate perché fanno sentire lo studente protagonista nel processo di apprendimento.

Anche l’inclusività è un tema centrale. Caserta ha parlato dell’Universal design for learning: un metodo che consiste nel predisporre il materiale di studio in tanti formati (testi, audio, video, set di immagini…) così che gli studenti possano scegliere il formato a loro più congeniale. In questo modo si evitano distinzioni e potenziali esclusioni tra studenti che hanno disturbi di apprendimento.

Di tutto questo, Caserta parla su Linkedin, dove si è guadagnata il riconoscimento di Linkedin Top Voice per il suo impegno costante nel condividere le best practice del mondo della scuola (hashtag #unaprofsulinkedin). E secondo lei i social dovrebbero essere compresi nella didattica, perché ormai sono parte integrante della vita degli studenti. La scuola dovrebbe aiutare gli studenti a costruirsi un’identità digitale adatta a loro, che li rispecchi nel modo più fedele possibile.

I social: una risorsa per la divulgazione delle materie umanistiche

E sempre del valore del social ha parlato Moretti, giovane studentessa di Filosofia all’Università di Roma La Sapienza. Condivide i suoi studi con un approccio fresco e divertente sul suo profilo Instagram @esme_psithurisma, aperto durante il primo lockdown.

Vedendo i trend su TikTok si è domandata: “Perché non riadattare questi trend alla materia che studio e renderla più accessibile a tutti?”. Ha trovato così una chiave per comunicare dei contenuti seri in modo leggero in un contesto di intrattenimento. Inoltre i social le hanno permesso di entrare in contatto con una rete vastissima di persone che si impegnano a divulgare le proprie conoscenze negli ambiti più diversi.

E con la community ci si può confrontare – continua Moretti – e provare a superare quei pregiudizi che molto spesso aleggiano intorno alle materie umanistiche. Infatti tantissimi ragazzi scrivono ogni giorno a Esmeralda dicendo che vorrebbero studiare le materie umanistiche ma li blocca la paura di non trovare poi un impiego. Già tanti creator dimostrano però che è possibile crearsi un posto nel mondo del lavoro proprio grazie ai social.

Fare squadra

Sono dunque tanti gli spunti emersi durante questo primo convegno di Sirius Game, che ha visto la partecipazione anche di altre startup del settore umanistico. Tra queste, Arkeope, team di archeologi che s’impegna a valorizzare il patrimonio culturale tramite lo storytelling illustrato.

L’obiettivo di Sirius Game è quello di creare sinergie e cooperazioni tra realtà che condividono un approccio al settore umanistico sensibile alle sfide dell’attualità. Pensare in un’ottica globale e di transizione digitale è infatti fondamentale affinché i nostri studi possano ancora essere utili e rilevanti nella società odierna. Possiamo ricordare a tal proposito le parole dello scrittore Alessandro Baricco: “Ciò che si salverà non sarà quello che avremo tenuto al riparo dai tempi, ma ciò che abbiamo lasciato mutare, perché diventasse sé stesso in un tempo nuovo” (I barbari, La biblioteca di Repubblica 2006).

Proprio con questo auspicio di costante innovazione, riflessione e cultura attiva aspettiamo il prossimo convegno di Sirius Game, che si terrà il prossimo anno, dopo il lancio dell’App ufficiale previsto a settembre 2022.

Autore

  • Giulia Tommasi

    Scrittura, filologia e comunicazione sono le passioni che animano le sue giornate. Al confine tra il mondo antico e il moderno, alla ricerca di ciò che caratterizza l’uomo al di là del tempo e dello spazio. Nelle pagine dei maestri del passato trova le risposte alle sue domande più profonde, e nella tecnologia coglie l’opportunità di condividerle. Mentre è iscritta al corso di laurea magistrale in Filologia classica all’università La Sapienza, approfondisce la sua conoscenza della comunicazione e del marketing digitale. Collabora con magazine online e quotidiani.

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