Il Piemonte di Carlo Grande è un viaggio glocal

4 Agosto 2021
Luoghi, oggetti e memorie tra passato e presente, e tra realtà e immaginazione. Carlo Grande narra un Piemonte rurale e resistente

È un oggetto a far nascere il racconto di luoghi e genti del Piemonte, e basterebbe questo a farci amare Il giardino incantato di Carlo Grande, scrittore e giornalista de La Stampa. Noi che del legame tra luoghi, oggetti, persone e storie – e cioè dell’intreccio tra materiale e immateriale – abbiamo fatto la nostra bandiera. Noi convinti che la gente riveli molto di se stessa proprio dal modo in cui guarda (o non guarda) alle testimonianze del passato. Nel suo viaggio piemontese, Carlo Grande ha saputo mostrare quanto il passato spieghi il presente e, soprattutto, ne sia motore.

Oggetti, luoghi, ricordi, misteri

L’oggetto ispiratore di Grande può essere il tappo di sughero che apre la via delle Langhe, o la lanterna del nonno ferroviere che scatena ricordi d’infanzia tra Bardonecchia e la Val di Susa, o il ciuffo di spighe intrecciate di strigonella, l’erba delle streghe di Triora nelle Alpi Liguri. L’oggetto suscita il ricordo, ed è già viaggio. Un viaggio reale, di paese in paese e di paesaggio in paesaggio, e immaginario nei propri ricordi innanzitutto, e poi nella letteratura di ogni luogo e tempo.

Grande non cita solo chi è piemontese o ha parlato del Piemonte; non si limita a narrare di Pavese, Fenoglio, Soldati, Bocca. Guarda ovunque e trova connessioni tra il Piemonte e ogni altro paesaggio reale o dell’anima, che sia la profonda provincia americana dell’Antologia di Spoon River, o gli abissi marini di Moby Dick, o l’universo improbabile di Bagdad Café. Ogni luogo e paesaggio e storia del Piemonte diventa paradigma di una storia universale proiettata ovunque nel tempo, nello spazio o nell’immaginazione. Glocal nel senso più completo e comprensivo del termine.

Universo glocale

E in questa luce acquista più senso anche chi sul glocal ha giocato tutte le sue carte, che non sono solo i fratelli Farinetti o il cantastorie Barroero che Oscar Farinetti ha portato in lungo e in largo per il globo. Sono anche i tanti giovani che in Piemonte stanno scommettendo sul proprio territorio con rispetto per la terra, attenzione alla qualità, mentalità da globetrotter.

Il Piemonte di Carlo Grande è frontiera in tutto e per tutto. È indagine su chi non si è mai accontentato e ha sempre cercato di varcare quella frontiera, in ogni modo e a ogni costo. Il Piemonte è un giardino incantato perché racchiuso da una muraglia di monti e colline – frontiera della frontiera – ma non è affatto tranquillo, solcato com’è da valichi e valli che hanno visto passare eserciti, eretici, briganti, perseguitati e ribelli, prima che i migranti. E che hanno dato rifugio e sostegno a quegli eretici, briganti, perseguitati e ribelli, e ora ai migranti.

Carlo Grande e il giardino incantato di tutti noi

Sono valichi e valli che oggi rischiano di trovarsi disabitati o al contrario iperurbanizzati, ma dove Carlo Grande cerca e scova le storie, spesso arcane e intriganti, che indicano la via della resistenza e del futuro. Le trova nei luoghi più inattesi come in quelli dei suoi ricordi. Va fuori strada, invitandoci spesso a seguirlo in quel terreno liminale tra natura e cultura che è sempre il più ricco e fruttuoso. A volte ci obbliga a volare con la mente da un luogo all’altro e da un’idea all’altra, ma alla fine tutto torna e il cerchio – glocalissimamente – si chiude.

Il segreto è forse racchiuso in una frase di Kahlil Gibran che Grande cita nell’introduzione: “Se vuoi vedere le valli, sali in vetta a una montagna; se vuoi vedere la vetta di una montagna, sali su una nuvola; se invece aspiri a comprendere la nuvola, chiudi gli occhi e pensa”.

Grande ci porta sulle vette delle montagne per ammirare le valli, e respirare a pieni polmoni quel piacere di spaziare con lo sguardo ovunque, e accogliere il tutto dentro di sé. Poi però comincia a librarsi in cielo e ci offre la mano, se la sappiamo afferrare levando le nostre ancore di sicurezza, per vedere anche le montagne più alte. La nuvola, invece, la possiamo comprendere solo da noi. Però Grande ci aiuta, indicandoci la sua via.Carlo Grande giardino incantato

Carlo Grande
Il giardino incantato. Un viaggio dell’anima dalle Alpi occidentali alle colline delle Langhe e del Monferrato
Edizioni Terra Santa, pagine 240, euro 16,90

Autore

  • Cinzia Dal Maso

    ​Tre passioni: il mondo antico, la scrittura, i viaggi. La curiosità e l’attrazione per ciò che è diverso perché lontano nello spazio, nel tempo o nel pensiero. La voglia di condividere con tanti le belle scoperte quotidiane. Condividerle attraverso la scrittura. Un solo mestiere possibile: la giornalista che racconta il passato del mondo. Scrive su temi di archeologia, comunicazione dei beni culturali, uso contemporaneo del passato, turismo culturale per i quotidiani La Repubblica e Il Sole 24 ore, e per diverse riviste italiane e straniere. Dirige il Magazine e il Journal di Archeostorie.

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