Agalma, statua, immagine. È il titolo di un film documentario sul Museo archeologico di Napoli, proiettato alla Mostra del cinema di Venezia e poi ieri a Roma. Andate alle prossime proiezioni, ovunque esse siano. Andateci assolutamente.
Perché Agalma racconta il museo, qualunque museo, meglio di qualsiasi cosa. La troupe guidata dalla regista Doriana Monaco ha trascorso tre anni al MANN e l’ha capito davvero, fino in fondo.
La vita del museo
Lei stessa, nelle note di regia, dice di aver concepito in origine il progetto con idee diverse: voleva ragionare sul frammento, sui resti frammentari del passato e la loro estetica. La retorica delle rovine, insomma.
Invece poi, frequentando il museo, ha capito quanta vita c’è tra i resti del passato. Ha capito che il museo lo fanno le persone che lo visitano e ci lavorano. Che l’importante è il rapporto delle persone con gli oggetti e le opere, non altro.
Ha realizzato così un’elegia delicata, un cammeo raffinatissimo degno del miglior Callimaco. Telecamera fissa su cose e persone. Fotografia superba. Sguardo attento a cogliere i particolari, i momenti più alti del dialogo tra cose e persone.
Così si vede quanto il museo sia un vero cantiere, con lavori in corso ovunque. Muratori all’esterno, traslocatori e allestitori all’interno. E poi magazzinieri, restauratori, ricercatori, storici. Monaco rivela tutta la vita della macchina museo, e tutto quel che si fa per lo scopo ultimo del museo: mettere opere e saperi a disposizione dei cittadini tutti, far sì che il museo sia luogo del piacere e della conoscenza.
Agalma: lo sguardo delle opere
Tutto accade sotto lo sguardo attento delle opere. È la cifra principale del film: agalma è il cuore di tutto. I lavoratori sono all’opera e le statue li guardano, a volte accondiscendenti, altre volte perplesse.
I visitatori osservano le opere e sono osservati a loro volta. Il gioco di sguardi è magistrale: si percepisce la relazione intima, quasi carnale che i visitatori hanno con le opere, le fanno diventare vive. Monaco ha capito che al museo si può dialogare coi mondi passati. Che il museo è dialogo.
È un film lento: il dialogo, come tutto ciò che vale nella vita, ha bisogno di tempo.
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