Piccoli musei narranti: i racconti per resistere alla pandemia (e aiutare gli studenti in Dad)

10 Marzo 2021
Per dare voce ai musei chiusi, l’Associazione piccoli musei ha promosso la creazione di video online con il progetto corale Piccoli Musei Narranti

Mai come in questi mesi di chiusura dei musei a causa dell’epidemia da Covid-19, è nato il desiderio di scoprire il ‘dietro le quinte’, di ascoltare le voci di chi vive e lavora a stretto contatto con le collezioni museali. Il progetto Piccoli musei narranti ha risposto a questa esigenza con una maratona di letture e racconti pubblicati online tra novembre 2020 e gennaio 2021. Le collezioni etnografiche, archeologiche, artigianali e di culture popolari conservate nei musei che fanno parte dell’Associazione nazionale piccoli musei (APM), si sono fatte così più vicine al proprio pubblico, in particolare a insegnanti e studenti. In questo momento così difficile, in cui tanti studenti hanno vissuto l’esperienza delle lezioni a distanza, i Piccoli Musei hanno trovato il modo per fare da supporto alla didattica. Ma in cosa consiste il progetto? E come è nata l’idea? Per scoprirlo, abbiamo intervistato Marzio Cresci, segretario nazionale di APM e direttore del Museo Remiero di Capraia e Limite Sull’Arno (FI).

L’unione fa la forza

Durante il primo lockdown, iniziato a marzo 2020, molte istituzioni hanno deciso di sperimentare le potenzialità dei social e dei contenuti web. Così ha fatto anche l’Associazione piccoli musei: con l’hashtag #chiusimanonfermi ha invitato i propri soci a mantenere attiva la programmazione trasferendola quanto più possibile online e trasformandola. Già allora, per esempio, il Museo civico Giovanni Fattori di Livorno aveva elaborato un vero e proprio piano editoriale con rubriche giornaliere sui canali social per parlare della collezione permanente, della sede – Villa Mimbelli – e dei personaggi legati alla storia del museo. Anche le proposte didattiche previste normalmente in presenza, sono state tradotte in tutorial didattici, tour virtuali e incontri online.

La seconda chiusura forzata, a novembre, ha significato un’altra battuta di arresto per le istituzioni culturali, portando demotivazione soprattutto nelle realtà più piccole. Proprio a ottobre l’APM aveva affrontato il tema I Piccoli musei del prossimo decennio durante il proprio X Convegno nazionale e “in quell’occasione, quando sono state presentate le diverse esperienze di narrazioni virtuali realizzate da alcuni piccoli musei in primavera, abbiamo compreso che una proposta per agire su uno sfondo comune a tutti i soci, sarebbe stata di maggior incoraggiamento nell’affrontare il momento difficile”, racconta Marzio Cresci.

piccoli musei narranti

Il logo dell’iniziativa Piccoli Musei Narranti © Associazione Piccoli Musei

Una biblioteca digitale di piccole grandi narrazioni

Così l’Associazione ha lanciato la proposta Piccoli Musei Narranti: una maratona di videoletture, da novembre a gennaio, in cui ognuno dei Piccoli Musei ha raccontato se stesso, la propria comunità e il territorio a cui appartiene. L’Associazione ha voluto lasciare spazio alla creatività dei singoli musei con la sola richiesta di prediligere il racconto orale e mantenere una frequenza il più possibile costante nella pubblicazione. Nella maggior parte dei casi, i musei hanno scelto di leggere brani di autori antichi e moderni, collegati con l’istituzione. L’adesione è stata ampia, superando le aspettative di APM: hanno partecipato ben 150 realtà museali, con una media di 4 contenuti video ciascuna pubblicati sui rispettivi canali Youtube e social. Non è stato specificato alcun target, per non affievolire l’entusiasmo. Prevalgono in genere i video racconti per pubblico adulto e appassionato, ma non mancano le narrazioni specificatamente prodotte per l’infanzia. E, secondo Cresci, lo sprint motivazionale ha decisamente funzionato sui Piccoli Musei.

Tra le storie antiche…

Curiosando tra i video pubblicati, ci siamo accorti che le soluzioni adottate sono le più varie. I video del Museo dei Tasso e della storia postale di Camerata Cornello (BG), per esempio, raccontano curiosità sui viaggi e sugli antenati dei moderni corrieri e portalettere, a partire da un testo del 1771, La vera guida per chi viaggia. O ancora, partendo da una lettera del 1795 conservata al Museo, si spiega l’originale utilizzo della chiocciola che tutti usiamo negli indirizzi e-mail: questo simbolo così moderno affonda le radici nel XVIII secolo!

Il Museo di Strumentaria Medica del Sistema Museale Universitario Senese, ha proposto sei video-letture da Il sistema periodico di Primo Levi per narrare altrettanti elementi chimici, mentre il Museo dell’Ossidiana di Pau (Oristano), che si sviluppa intorno alla tematica dello sfruttamento dell’ossidiana in età preistorica e protostorica del Monte Arci (CA), ha scelto brani del Novecento per trattare il tema trasversale del ‘tempo’ caro a chi lavora in ambito storico e archeologico.

…e le testimonianze di chi abita i territori

Tra i piccoli musei vi sono anche ecomusei o musei diffusi che hanno focalizzato le narrazioni sul racconto di territori, tradizioni e culture popolari. Uno di questi è il Museo Storico Etnografico Naturalistico della Valle Codera (SO), che non fa parte dell’APM ma ha ugualmente aderito all’iniziativa. Nei suoi video l’identità della valle viene narrata attraverso i racconti degli abitanti, pastori o sapienti cavatori di granito. Assimilabili nello stile, ma fedeli ciascuno alla propria identità territoriale, sono i video racconti dei Parchi della Val di Cornia (LI) o del MINE-Museo delle Miniere e del territorio di Cavriglia (AR).

Tra i Piccoli musei narranti che hanno proposto contenuti per un pubblico giovanissimo, il Museo di Storia Naturale del Mediterraneo di Livorno e il Museo Archeologico Paleobotanico di Perfugas (SS) hanno coinvolto, per la realizzazione dei video, alcune classi delle scuole primarie e bambini partecipanti al centro estivo 2020.

Gli sviluppi del progetto: coinvolgere le comunità e offrire supporto didattico agli insegnanti

Ora che la prima fase del progetto Piccoli musei narranti si è conclusa, si può avere una visione d’insieme dei racconti digitando l’hashtag #piccolimuseinarranti su Youtube, Facebook o Instagram. Ci abbiamo provato anche noi. Rintracciarli – e contarli – tutti però è difficile, proprio perché le piattaforme utilizzate sono state diverse.

Ecco la mappa dei musei partecipanti a #piccolimuseinarranti
https://www.google.com/maps/d/edit?mid=1B15GILT74rXPtppHsxzeJhUxDuEmzo-e&usp=sharing

Pubblicato da Associazione Nazionale Piccoli Musei (APM) su Sabato 21 novembre 2020

L’APM sta però già lavorando a un sito internet dedicato all’iniziativa dove caricare e catalogare almeno un contenuto video per ciascun museo narrante, così da avere un primo catalogo demo. Una mappa interattiva su Google, in costante aggiornamento, serve inoltre a facilitare la ricerca. Attualmente (marzo 2021) il sito è in fase di test e permette di testare i criteri di ricerca applicandoli al catalogo di narrazioni. E Cresci garantisce che ad aprile tutti i contenuti saranno sistematizzati e fruibili.

L’obiettivo primario dell’Associazione, ricorda Cresci, è infatti quello di creare una biblioteca digitale di racconti e letture per offrire supporto didattico agli insegnanti delle scuole che potranno utilizzare i materiali disponibili adattandoli alle proprie esigenze didattiche. Noi ci auguriamo però che la produzione non serva solo alle scuole ma abbia una diffusione più ampia. Magari tra chi, nei prossimi mesi, praticherà turismo di prossimità.

Un primo approccio corale alla comunicazione digitale

Per molti musei l’iniziativa ha costituito il primo esperimento con il mondo del video o addirittura con il mondo dei social. Per alcuni, le visualizzazioni sono state molto basse; altri hanno adottato strategie ‘discutibili’, visto che hanno caricato i propri contenuti non sui profili del museo ma su quelli del comune o delle proloco, rendendo meno efficaci le condivisioni. Per tutti, la sfida è continuare ad alimentare i propri canali, lavorando sulla propria web reputation e scegliendo magari, in futuro, di farsi aiutare da professionisti della comunicazione.

La qualità delle produzioni tradisce infatti spesso un approccio amatoriale in cui si percepisce però un forte desiderio di ‘esserci’, partecipare e sperimentare. I margini di miglioramento sono perciò molto ampi. Sarebbe importante, inoltre, che l’Associazione decidesse di accompagnare i Piccoli musei anche dal punto di vista formativo in materia di strategie digitali, consentendo alle realtà museali di mantenere e pianificare la propria presenza online.

In attesa delle prossime fasi del progetto, possiamo dire che Piccoli musei narranti ha avuto un sicuro effetto benefico sul ‘morale di categoria’, ha permesso viaggi virtuali nella storia e nei patrimoni culturali meno noti d’Italia (ma non meno interessanti), ha provato a fornire un aiuto concreto agli studenti in Dad, e rappresenta certamente un piccolo, è il caso dirlo, germoglio.

Per il futuro, l’Associazione intende puntare di più su questo genere di progetti corali per ripensare tutti insieme e seriamente all’efficacia e alle potenzialità del digitale. Per farne un ‘punto di forza’ della comunicazione, anche dopo la pandemia.

Autore

  • Anita Membrini

    Storica dell'arte con una grande passione per la narrazione del patrimonio culturale. Esplora il mondo dell'arte e dei suoi protagonisti e cerca il linguaggio migliore per raccontarlo ad adulti e bambini. Non solo nelle sale di un museo ma anche nel mondo digitale. La sua proverbiale curiosità (e gli anni di scoutismo!) la portano spesso a mettere lo zaino in spalla, cartina alla mano e macchina fotografica per andare alla scoperta di luoghi ricchi di storia e bellezza.

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