Mi Rasna, e tu? In uscita a maggio un videogame sugli Etruschi

6 Marzo 2018
Mi Rasna, il primo videogame storico sugli Etruschi, è in uscita a maggio su GamePlay. Archeostorie ha incontrato il suo ideatore, Maurizio Amoroso, programmatore informatico con una grande passione per la storia.

È entrato a gamba tesa nel mondo dell’archeologia Maurizio Amoroso, classe 1973, fiorentino d’adozione, appassionato di storia e CEO della Entertainment Game Apps, Ltd. Dopo aver ideato giochi sul Medioevo, le Repubbliche marinare e la via Francigena, sta realizzando il primo videogame storico dedicato alla civiltà etrusca, Mi Rasna – Io sono etrusco, con l’ambizioso obiettivo di “raccontare la storia e l’archeologia attraverso il gioco”.

Infaticabile, sta coinvolgendo nel progetto i direttori dei musei di tutta l’Etruria o quasi, e lui stesso si sta appassionando sempre più ai nostri lontani antenati.

Come ti sembra il mondo dell’archeologia?

Bello, davvero. Non pensavo che il gioco avrebbe riscosso così tanta partecipazione da parte dei direttori dei musei. Ho trovato entusiasmo da parte loro, voglia di partecipare e disponibilità ad agevolare iter amministrativi che senza la loro collaborazione sarebbero stati estremamente macchinosi e costosi. Sono entrati a far parte del progetto tutti i musei che abbiamo contattato, pubblici e privati, comunali e statali. A oggi sono coinvolti 40 musei della Toscana, dell’Umbria e del Lazio, di cui 6 nazionali.

Gli archeologi, però, possono essere anche estremamente severi: come garantisci la coerenza storica del tuo videogioco?

Questo è il nostro quarto videogioco, e ogni volta che partiamo, per prima cosa mettiamo insieme un team di esperti che collabora con noi in tutto, dalla struttura del gioco alla stesura dei testi, fino alla realizzazione dei disegni. Per questo progetto l’archeologa che ci guida è Francesca Pontani, un’amica e collaboratrice, egittologa ma ‘cittadina d’Etruria’, esperta di webmarketing, storyteller e blogger. Abbiamo poi siglato un protocollo d’intesa con il Museo Etrusco di Villa Giulia per poter contare sulla loro collaborazione scientifica e la supervisione su tutti i contenuti.

Come è strutturato il gioco?

Si tratta di un gioco di ‘strategia gestionale’: il giocatore, nei panni di un magistrato locale, dovrà amministrare le risorse economiche della propria città etrusca e farla prosperare attraverso il reperimento di materie prime e una fitta rete commerciale. Per questo serviranno monete d’argento, che si potranno ottenere risolvendo mini-giochi a contenuto storico oppure acquistandole con transazioni in app.

Il gioco è articolato in cinque livelli, che corrispondono alle epoche in cui è scandita la civiltà etrusca (villanoviana, orientalizzante, arcaica, classica, ellenistica), dalla nascita delle città alla conquista romana, e i tratti caratterizzanti di ogni epoca sono ricostruiti in maniera fedele dal nostro team di esperti. Credo che il vero punto di forza di questo progetto sia proprio l’essere riusciti a plasmare la storia degli Etruschi nelle meccaniche di un gioco di strategia.

Videogame Mi Rasna

Il Videogame Mi Rasna è un gioco di strategia

Quanto costa realizzare un videogioco?

Il nostro budget si aggira intorno ai 30.000 euro a videogioco. Il primo, Prosperity – Italy 1434, lo abbiamo finanziato con il crowdfunding su Kickstarter: abbiamo chiesto 30.000 dollari e ne abbiamo raccolti oltre 31.000. E il 60% dei finanziamenti è arrivato da dipartimenti di storia medievale di università americane, che hanno chiesto di rimanere anonime. Ancora oggi Prosperity è al sesto posto nella classifica dei videogiochi più finanziati su Kickstarter.

Mi Rasna, invece, è finanziato con fondi della nostra società: reinvestiamo i guadagni di Prosperity e degli altri due giochi, Mercantia – Italy 1252, ambientato all’epoca delle Repubbliche marinare, e Sigerico: il viaggio, che ripercorre l’itinerario del Vescovo di Canterbury lungo la Via Francigena poco prima dell’anno 1000.

Come guadagnate da un videogioco?

I nostri giochi sono scaricabili gratuitamente e non inseriamo pubblicità o simili. Guadagniamo esclusivamente dagli acquisti che i giocatori fanno quando vogliono procedere più velocemente e facilmente nel gioco. Ma attenzione: non si tratta di un Pay-For-Win! Un bravo giocatore può vincere il gioco anche senza spendere nulla. In verità, i giocatori che spendono sono una percentuale piuttosto ridotta, e come società abbiamo aderito al codice etico che impone un limite massimo di spesa di 100 euro al mese.

Chi spende per giocare?

I nostri giocatori hanno un’età compresa tra i 19 e i 45 anni, sono per due terzi americani e per un terzo italiani, con una percentuale minima di australiani e nordeuropei. Gli italiani sono giocatori molto esigenti: il 91% gioca senza acquistare, il 7% spende qualcosina, mentre solo il 2% (cioè quelli che vogliono vincere per forza) acquista finché gli è consentito. Per gli americani è diverso, quelli che spendono con maggiore continuità sono circa il 60%. Le nostre entrate derivano per il 20% dagli italiani e per l’80% dagli americani e dal resto del mondo.

Guadagnate molto?

Guadagniamo quel che basta per avere ogni anno fondi da reinvestire in un nuovo videogioco, ma con Mi Rasna abbiamo deciso di fare di più. In accordo con i Poli museali, devolveremo una percentuale dei guadagni in progetti di scavo, restauro o valorizzazione legati agli Etruschi.

Quali ricadute potrebbe avere Mi Rasna sui musei e sui parchi archeologici che hanno aderito al progetto?

Questo videogioco sarà un vero e proprio strumento di promozione. Ogni oggetto che comparirà  sullo schermo sarà corredato da una scheda tecnica con la descrizione del pezzo e i dati del museo in cui è conservato. Non solo, saranno dati bonus extra al giocatore che attraverso la geolocalizzazione risulti fisicamente posizionato vicino al reperto o in luoghi prestabiliti della città etrusca. Il nostro primo obiettivo è proprio quello di promuovere e far conoscere la storia attraverso i videogiochi che realizziamo.

Esistono prove o dati che mostrino un incremento di visitatori dovuto ai vostri videogiochi?

Questo non lo so. Però qualche tempo fa abbiamo ricevuto una richiesta di informazioni da parte di una coppia giapponese di gamers che voleva visitare un castello del Casentino che avevano visto nel videogioco Prosperity, e noi gli abbiamo inviato il link dell’ufficio informazioni locale.

Mi Rasna videogame musei

Videogame Mi Rasna: esplorando i musei dell’Etruria

Dalle parole di Amoroso si capisce quanto sarebbe importante monitorare gli effetti di Mi Rasna sui musei e sui parchi coinvolti. Troppo spesso, infatti, progetti mirati ad accrescere la partecipazione del pubblico nei musei ricevono un grande lancio mediatico, il tamtam sui social, visibilità sui giornali e in tivù, ma poi se ne perdono le tracce al momento della resa dei conti. L’analisi dei dati, quando viene fatta e divulgata, appare spesso sfuggente e selettiva, eppure lo studio sui visitatori è al centro delle attuali politiche museali.

E allora forza, direttori! Nelle Schede di rilevazione sui visitatori disponibili in ogni museo, alla domanda “Come è venuto a conoscenza del museo?”, inserite la voce “da un videogioco”, e incoraggiate gli operatori a proporle e i visitatori a compilarle. Chissà che non si scopra che non si tratta solo di una moda!

 

Autore

  • Carolina Megale

    Archeologi si nasce! Il suo segreto è la faccia tosta, che usa per trovare finanziamenti per i suoi progetti, in tutti i modi possibili. L’altra faccia, quella nascosta, è segnata da anni di studio, dedizione e determinazione. Cerca di fare il suo mestiere in modo eclettico e di trasmettere a tutti, in aula, al museo e per strada, la passione per un passato che rivive nella nostra società.

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