Da studentessa di archeologia, ho studiato molti dei reperti etruschi ora i mostra al Museo Archeologico di Bologna, e da turista ho visitato diversi luoghi da cui provengono: è forse per questo che, quando ho guardato le vetrine con oggetti di rara bellezza come la statua di bronzo di un bambino chiamata ‘Putto Carrara’, l’elmo crestato di un capo da Bisenzio, i grandi vasi in ceramica con figurine da Chiusi, i gioielli d’oro da Vetulonia, i resti di un sedile in avorio e lamina d’argento da Bologna, non ho potuto fare a meno di commuovermi e meravigliarmi.
Una mostra grandiosa
Si possono usare molte parole per descrivere la mostra Etruschi. Viaggio nelle terre dei Rasna: grandiosa, antologica, suggestiva e, direbbe qualcuno, esagerata. In effetti è un’esposizione davvero impegnativa e ambiziosa, un appuntamento immancabile per gli appassionati di archeologia, e un’opportunità preziosa per chi voglia capire bene chi furono gli Etruschi e come influenzarono la storia dell’Italia antica.
Bologna ha un rapporto di affetto di lunga data con gli Etruschi: fu infatti questo popolo, dalle origini poco chiare e ancora avvolte da un alone di mistero, a fondare all’inizio del IX secolo a.C. la città, nota allora col nome di Felsina.
Ma la Pianura Padana era solo la ‘periferia’ di un territorio etrusco che aveva il suo centro politico tra Toscana meridionale e Lazio settentrionale, e città anche in Campania e sulla costa romagnola. Gli Etruschi furono una grande potenza dell’Italia antica dall’VIII secolo circa fino al IV-III secolo a.C., quando furono sconfitti militarmente e poi inglobati da Roma che in quel periodo era in piena espansione nella penisola.
Degli Etruschi sono arrivati fino a noi soprattutto necropoli e monumenti funerari – si pensi ad esempio alle famose Necropoli dei Monterozzi a Tarquinia e della Banditaccia a Cerveteri, patrimoni Unesco di inestimabile valore e fascino – ma sono noti anche esempi di edifici sacri, palazzi e città.
Tutto ciò è illustrato nella mostra di Bologna con un lungo percorso, prima cronologico e poi geografico, che spiega molto dettagliatamente la storia e la vita di questi nostri antenati.
Cronologia e geografia
Nella prima sezione, quella cronologica, si parte dalla cosiddetta ‘Cultura Villanoviana’ (dalla località vicino a Bologna dove furono rinvenute le prime testimonianze archeologiche etrusche) fino alla romanizzazione di III-II secolo a.C. Si passa così attraverso il periodo dell’origine delle città (fine IX – pieno VIII secolo); i secoli delle grandi aristocrazie principesche fortemente influenzate dalle culture del Vicino Oriente e della Grecia (fine VIII – inizi VI secolo), quando vengono introdotte novità fondamentali come la scrittura, il mito e la cerimonialità del banchetto greco; e poi al momento in cui l’emergere di nuovi ceti nelle città portò a capovolgimenti politici e sociali (VI – V secolo).
Nella sezione geografica, invece, vengono mostrate le varie aree occupate dagli Etruschi, ognuna contraddistinta graficamente da un colore: bianco (Etruria meridionale), giallo (Etruria campana), rosso (Etruria interna), blu (Etruria costiera e settentrionale), verde (Etruria padana). Per ogni regione vi è una descrizione storica generale e la presentazione delle città principali attraverso reperti archeologici e fotografie, ricostruzioni e video.
Meraviglie degli Etruschi
I reperti esposti sono tantissimi (circa 1400!) e in gran parte magnifici, di altissimo valore: urne villanoviane, moltissimi oggetti in metallo (armi, contenitori, gioielli), statue di divinità in terracotta dipinta, vasi provenienti dalla Grecia, sarcofagi-cinerari di pietra, splendide fibule in ambra, mobili lignei (è davvero impressionante la ricostruzione della Tomba 142 dalla Necropoli di Via delle Belle Arti di Bologna con due tavoli, una mensola, un poggiapiedi e altri oggetti tutti in legno).
La mostra è dunque davvero notevole, sia per numero che per qualità degli oggetti. Così come sono chiare le didascalie, anche se ogni tanto scivolano verso un linguaggio tecnico e fin troppo approfondito. Ma l’unica vera pecca è un pannello esplicativo posizionato dietro agli oggetti esposti, rendendo così difficoltosa la lettura (vetrina coi vasi-kyathoi in bucchero dal comprensorio Pisa-Volterra-Fiesole).
Mentre i disegni ricostruttivi delle città e gli allestimenti dei ritrovamenti archeologici sono molto utili e didattici, perché permettono di comprendere il contesto di rinvenimento degli oggetti presentati anche ai non addetti ai lavori.
L’organizzazione prevede anche visite guidate e laboratori didattici a pagamento e audioguide gratuite; c’è inoltre un bookshop ben fornito dove poter acquistare il dettagliato Catalogo pubblicato da Electa (acquisto consigliatissimo: è una vera summa delle nostre conoscenze sugli Etruschi).
Una mostra unica
Possiamo dire quindi che si tratta di un’esposizione unica in Italia e nel mondo, capace di descrivere in maniera completa il mondo e la vita degli Etruschi, raccogliendo testimonianze da tutta la penisola.
Il problema è semmai quello di arrivare fino alla fine senza perdere la concentrazione e dedicando a ogni vetrina la giusta attenzione, perché la mostra è parecchio lunga e a tratti fin troppo dettagliata. Può mettere a dura prova la resistenza perfino del più appassionato dei visitatori, anche perché priva di qualsiasi sedile dove riposarsi un attimo, a eccezione dell’ultima sala dove si può vedere un video sull’antica città di Marzabotto.
In conclusione, però, dobbiamo dire che è una mostra da non perdere e che merita di essere vista con calma e pazienza: non capita spesso di vedere mostra così completa e piena di opere splendide.
Etruschi. Viaggio nelle terre dei Rasna
Bologna, Museo civico archeologico, via dell’Archiginnasio 2
fino al 24 maggio 2020
prenotazioni: 0517168807
info: etruschibologna.it; museibologna.it/archeologico
Brava Laura,tutto molto chiaro e professionale.
Grazie mille!
Chiara ed esaustiva la descrizione. Belle anche le fotografie.
Chiara ed esaustiva la descrizione. Belle anche le fotografie
Bologna è più etrusca che gallica, Bologna ama i suoi antenati etruschi.
Da vedere, motivo in più x vedere Bologna!
Gli Etruschi non sono per niente ancora avvolti in un alone di mistero. Sappiamo molto meno degli antichi Liguri che degli Etruschi, Etruschi che erano una popolazione indigena d’Italia imparentata linguisticamente con i Reti delle Alpi.