Terracqueo è un dialogo continuo tra la terra e il mare. La mostra, allestita all’interno del Palazzo dei Normanni di Palermo, ripercorre la storia del rapporto che la Sicilia ha intessuto con il Mediterraneo attraverso 324 reperti archeologici e molte ricostruzioni video. L’allestimento non è soltanto un’esposizione di manufatti ma anche un’esperienza sensoriale di luci, suoni e immagini che simulano e rappresentano il mare.
La battaglia delle Egadi
Già dal corridoio d’ingresso il visitatore si trova ‘immerso’ in un fondale marino che viene ricreato nelle pareti e proiettato sul pavimento con un gioco di immagini e luci. Poi viene a trovarsi nel bel mezzo della battaglia delle isole Egadi, scontro combattuto in mare l’11 marzo del 241 a.C. tra la flotta romana e quella cartaginese, che ha regalato la vittoria ai Romani decretando così l’inizio del loro dominio sul Mare Nostrum.
La sequenza di immagini del video della battaglia consente di osservare il modo in cui le imbarcazioni si speronavano attraverso l’uso dei rostri in bronzo. E dodici dei rostri usati in quella battaglia, ognuno del peso di 170 chili, sono esposti scenograficamente in mostra su un’alta parete, accanto a elmi, armi e armature. Sono tutti oggetti recuperati durante le ricerche archeologiche condotte dall’archeologo Sebastiano Tusa nei fondali di Capo Grosso vicino all’isola di Levanzo, luogo da lui identificato come quello della cruenta battaglia navale.
Le armi sono collocate bene in vista all’interno della sala, così da far capire al visitatore quanto i commerci dipendessero dal dominio del mare: attorno a essi ruota infatti tutta l’esposizione di manufatti artistici e oggetti di uso comune legati al commercio via mare. Trasmettono l’importanza che ricoprivano le rotte commerciali del Mediterraneo antico, che dovevano essere conquistate ma anche protette con le armi.
Commerci mediterranei
Il commercio in mare e la navigazione sono raccontati attraverso reperti della cultura materiale nautica come ami, lame di coltelli, aghi, frammenti di cime, pentole in terracotta, ancore e inoltre le anfore provenienti dal relitto del V secolo d.C. rinvenuto nella baia di Scauri, nell’isola di Pantelleria. Mentre tra le opere d’arte legate al tema della navigazione e del nostos si ammirano ceramiche e urne decorate con rappresentazioni delle avventure di Ulisse, come pure il celebre cratere del Venditore di Tonno conservato nel Museo Mandralisca di Cefalù.
Un posto di rilievo, all’ingresso, è occupato dalla scultura dell’Atlante Farnese che, giunto a Palermo dal Museo archeologico di Napoli, suggerisce ai visitatori l’idea di seguire una rotta. Ma la mostra ha anche una parte geologica molto importante che narra le origini del Mare Nostrum ed espone splendidi fossili di animali marini.
Millenni di Terracqueo
Terracqueo si può definire una narrative exhibition, un percorso articolato in diverse sezioni che sono tutte declinazioni dell’unico tema del rapporto tra la terra siciliana e il mare. La storia del Mediterraneo, dalle origini geologiche fino alla contemporaneità, è ricostruita nell’ottica del contatto e dello spostamento tra gli abitanti che vivono sulle sue rive. Purtroppo la situazione attuale non consente di visitare la mostra, ma ci si può fare un’idea dal video-racconto pubblicato nel sito web. Nell’attesa, ovviamente, che riapra le sue porte. Speriamo presto.
Terracqueo
Palermo, Palazzo dei Normanni
a cura della Fondazione Federico II
fino al 31 gennaio 2021
info www.terracqueo.it
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