L’invasione digitale al museo dei Brettii e degli Enotri di Cosenza: bilancio positivo

26 Maggio 2016
Qual è l’impatto delle Invasioni digitali? I musei che le ospitano ne traggono un qualche vantaggio? Quest’anno il Museo dei Brettii e degli Enotri di Cosenza ha ospitato per la prima volta un’Invasione, e dai dati che ha raccolto la risposta è: sì! Vediamo i perché
Quest’anno il Museo dei Brettii e degli Enotri di Cosenza ha ospitato per la prima volta un’Invasione digitale, accogliendo la richiesta del digital ambassador Simone Giosuè Madeo, archeologo e social media manager, che ha coordinato l’evento social insieme alla Museion srl, società che da qualche mese gestisce i servizi di accoglienza e didattica del museo.  

Tra le 25 invasioni registrate in Calabria nel periodo compreso tra il 24 aprile e l’8 maggio, quella realizzata al Museo dei Brettii e degli Enotri di Cosenza è stata l’unica in un museo archeologico, e pertanto si presta a essere analizzata sotto il profilo del pubblico e del raggiungimento delle finalità dell’iniziativa. Le Invasioni digitali sono infatti nate dal “basso” per focalizzare l’attenzione pubblica sul patrimonio culturale nell’ottica di una sempre maggiore diffusione e promozione dello stesso, e nella prospettiva di una consapevole riappropriazione del senso identitario che esso possiede, come testimonianza del passato e segno tangibile dei processi storici e culturali da cui è stato generato.

Il Museo dei Brettii e degli Enotri di Cosenza

Il Museo dei Brettii e degli Enotri di Cosenza è uno dei più antichi musei della regione, nato alla fine dell’Ottocento nel clima post-unitario che diede avvio alla creazione di strutture museali per contenere i reperti che man mano venivano alla luce a seguito dell’avvio delle ricerche sul territorio.  

Riallestito nel 2009 nello splendido Complesso monumentale di S. Agostino, sorto nel 1507 nell’antico borgo dei Pignatari, il Museo civico è diretto con grande competenza da Maria Cerzoso, e si inserisce a pieno titolo nel panorama dei musei archeologici della regione con il suo percorso espositivo moderno e comunicativo che narra le vicende antiche della regione, popolata per l’appunto prima dagli Enotri e poi dai Brettii.

L’Invasione, ideata e organizzata da Stefania Tarantino, amministratrice della Museion srl, ha previsto un’apertura straordinaria del museo dalle 19.00 alle 22.00 con biglietto ridotto, assistenza al percorso di visita nella scoperta delle collezioni conservate, e degustazione di prodotti tipici e vino offerti da sponsors.

L’occasione di “Invasioni digitali” è sembrata utile per monitorare il pubblico di questo evento, per capire quale diverso target, rispetto al pubblico usuale del museo, potesse intercettare una iniziativa come questa “social e moderna”, e anche quale ambito territoriale potesse raggiungere dal momento che, diramata in rete, dovrebbe poter attirare anche pubblico lontano.

Museo dei Brettii

Vetrine al Museo dei Brettii e degli Enotri di Cosenza

Un’occasione per raccogliere dati

La somministrazione di un questionario appositamente elaborato per la serata, compilato da 102 persone, ha consentito di raccogliere dati interessanti. Il primo è la grande soddisfazione manifestata dai partecipanti che hanno valutato molto positivamente il museo, l’accoglienza, la dotazione dei servizi (bookshop, caffetteria, dotazioni multimediali), ma soprattutto l’abbinamento della visita culturale con la degustazione di prodotti tipici nell’ottica di una valorizzazione complessiva delle risorse del territorio.
I visitatori hanno animato le sale per tutta la durata dell’Invasione, mostrando interesse per  l’intero percorso espositivo ma dichiarando nelle risposte unaparticolare attenzione per la sala dei Brettii, forse perché il pubblico, giunto soprattutto da Cosenza e dal circondario, si sente particolarmente attratto per essere Consentia, la metropolis dei Brettii.  L’età dei visitatori è compresa per la maggior parte tra 20 e 40 anni, e la restante tra 40 e 70. Dunque un pubblico giovane che per i due terzi ha saputo dell’iniziativa attraverso i social, mentre la restante parte da amici e parenti. Poco meno di un terzo degli intervistati non sapeva dell’esistenza del Museo, mentre il cinquanta per cento lo aveva già visitato, ed è ritornato per la proposta specifica. Solo un terzo dei visitatori conosceva già l’iniziativa “Invasioni digitali”.

‘Cosa hai fatto nel museo?’

Quanto all’Invasione in sé, il dato più interessante emerge dalla domanda “che cosa hai fatto nel museo?” La prima risposta è la “visita del museo”, la seconda è “la degustazione” e la terza è “foto e post”. Da ciò emerge che la promozione della struttura attraverso l’iniziativa “Invasioni digitali” ha funzionato, e ha portato al museo pubblico non semplicemente indotto dalla possibilità di fare selfies, ma motivato da uno spirito di conoscenza e di appartenenza al patrimonio, non scontato per la modalità social dell’organizzazione.

A valutare anche le reazioni su Facebook, Instagram e Twitter, l’hashtag #InvadiMuseoCosenza è stato quello che, nella regione, ha registrato il maggior numero di foto su Facebook. Anche i “mi piace” sulla pagina Facebook del museo hanno avuto un incremento a partire dall’Invasione.

Allora “invadiamo” pure i musei e il patrimonio archeologico, se questi sono i risultati!

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