Computer animation: dietro le quinte di un corto archeologico

23 Gennaio 2016
Cosa c’è dietro le quinte di un corto di Computer Animation ​(quando a realizzarlo è un archeologo)? Proviamo a scoprirlo insieme
Si, si, avete ragione. Ho già promesso più volte che saremmo partiti, e siamo ancora fermi… Che volete, i preparativi per un lungo viaggio sono importanti e richiedono tempo. Adesso però, possiamo davvero partire: abbiamo dato un’occhiata alla mappa? Sì? Abbiamo preso con noi tutto quello che ci servirà? Bene!
Un ultimo sguardo al tanto amato Mare della Conoscenza, poi zaini in spalla e via! Per quanto lungo, ogni viaggio inizia sempre con un primo passo.
Non facciamo però nemmeno in tempo a metterci in cammino che qualcosa vicino al sentiero attira la nostra attenzione. Lì, fra l’erba di una radura, ci sembra di intravvedere qualcosa… A giudicare dai resti di colonne e muri sembrerebbero i ruderi di un tempio. Sì, decisamente sono i ruderi di un tempio. Se proviamo a farci strada nell’erba alta, possiamo facilmente scoprire, fra le pietre, le colonne e i mattoni sparsi alla rinfusa sul terreno e seminascosti dalla vegetazione, una grande lastra di marmo. Una rapida spolverata con la mano ed ecco apparire davanti ai nostri occhi una iscrizione, evidentemente di un antico popolo che ha abitato queste terre chissà quando. Strano, la lingua è facile da capire, e non è difficile leggerla:

Ogni cosa che non sai fare può essere imparata

​​Bene. Proprio quello che ci vuole all’inizio del nostro viaggio. È decisamente confortante. Ma …
I nostri occhi di archeologi sono subito attratti dalla cornice che decora il lato superiore, e dalla frattura che corre lungo tutto il bordo inferiore della lastra. Non ci sono dubbi: manca l’intera parte inferiore! Un’altra breve ricerca negli immediati dintorni ed ecco, in un punto in cui l’erba è decisamente più alta e fitta, un secondo frammento. Leggerlo è un po’ più complicato; la pietra è poggiata su due rocchi di colonne, girata faccia a terra, con la parte scritta a pochi centimetri dal terreno. Ma siamo archeologi! Un tuffo in stile meccanico/gommista ed ecco la trascrizione:

Ma richiede tempo. E il tempo ha un costo

Il nostro occhio di archeologi non solo ci assiste nella lettura, ma subito si accorge della cornice che decora il lato inferiore: alla lastra non manca altro.
Il pensiero è immediato: Chissà quanti, passando di qui, non si sono mai accorti di questo secondo frammento!La saggezza dell’antico popolo della Terra della Creatività ci ha regalato una massima che ci sarà preziosa lungo tutto il nostro viaggio: non è difficile immaginare, non è difficile imparare, non è difficile neanche creare. La vera cosa difficile è ottenere un risultato.
Questa semplice regola vale per ogni produzione, anche quelle in cui apparentemente non esiste alcun budget, come una piccola produzione personale. In realtà il budget c’è, solo è difficile vederlo: è il nostro tempo, ed è molto facile andare in rosso. Certo, non si finisce in bancarotta, ma non è bello ritrovarsi con un groviglio di files tipo test_nuovo_01.png, la_volta_buona.blend o l’intera cartella con i file dal prova_def001a.jpg al prova_def999z.jpg che sono lì a ricordarci eternamente un fallimento.

Verso la computer animation: un lungo viaggio

E come tutte le regole semplici, la nostra massima vale per un sacco di cose.
Vale se vuoi realizzare un’animazione complessa e devi studiare come farla: ogni libro che leggi e ogni tutorial che segui ti faranno immaginare nuove fantasmagoriche possibilità, e ti disperderai in mille idee nuove ogni giorno. Vale se vuoi ottenere un risultato grafico straordinario e scopri che anche il computer ha bisogno di tempo. Per calcolare i tuoi rendering mozzafiato, ad esempio. Vale anche e soprattutto adesso che siamo all’inizio, e davanti a noi si stende la maestosa Valle della Preproduzione.
Per proseguire dobbiamo imparare sin da subito a utilizzare in modo razionale le nostre energie e il nostro tempo, a soppesare ogni idea creativa e a valutare la fattibilità in base alle risorse disponibili, cioè in una parola la sostenibilità, delle nostre idee. O, se preferite, dobbiamo selezionare che cosa portarci nel nostro viaggio e cosa no, ricordandoci che ci dovremo caricare tutto sulle spalle. Prima di partire allora forse sarà meglio lasciare fra le rovine del tempio molte delle cose che ci siamo portati sull’isola: i timori sulla precisione per esempio, o i dogmi dell’esattezza. Non bisogna avere timore di questo, non si tratta di rinnegare la nostra formazione, solo di fare di spazio a nuove conoscenze e nuove competenze.Questa prima e breve tappa ci ha fatto capire definitivamente che il nostro viaggio non sarà agevole. Tante cose da fare, tante da imparare, e, a quanto pare, una lunga serie di trabocchetti predisposti con l’unico scopo di farci mancare il traguardo. La sensazione è che la mappa non sia abbastanza. Certo, abbiamo studiato attentamente il percorso, ma sentiamo il bisogno di qualcos’altro per sentirci sicuri; magari una guida, che conosca queste terre e che ci conduca con sicurezza lungo il sentiero. Qualcuno che ci spieghi come sopravvivere alle micidiali trappole piazzate qua e là nel nostro viaggio, e guarda caso, non segnate sulla mappa!

Mentre siamo assorti in questi pensieri, dal profondo della foresta ci sembra di sentire dei rumori. Passi, fra l’erba alta. Un’ombra. Sarà la nostra guida? Lo saprete presto …

Autore

  • Giuliano De Felice

    Archeologo, certo. A essere precisi, ricercatore universitario. Che dopo essersi sentito domandare per la millesima volta “Bello, che cosa hai scoperto oggi?”, inizia a capire alcune cose: per esempio che l’archeologia, quella vera, archeologi a parte, non la conosce nessuno; ma anche che irritarsi non vale, perché quella domanda rivela un vero desiderio di conoscenza. E allora l’archeologia prova a raccontarla: usando parole ma anche immagini, video, suoni e animazioni. Quello che oggi chiamiamo multimediale, ma che in fondo è da sempre semplicemente fantasia.

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