Battaglia di Gaugamela: trovato il luogo dove si è combattuta

15 Aprile 2019
Con la battaglia di Gaugamela, Alessandro Magno ha sconfitto definitivamente Dario e conquistato l’impero persiano. E ora l’archeologo Daniele Morandi ne ha individuato il luogo

Non capita tutti i giorni di scoprire il luogo dov’è avvenuta una delle più famose battaglie della storia. Una battaglia che ha cambiato il corso della storia: la battaglia di Gaugamela ha stabilito la vittoria definitiva di Alessandro Magno su Dario III, e dato avvio a quella fusione tra le culture e le arti della Grecia e d’Oriente che tanta parte avrà sulla storia comune successiva. E quel luogo lì, la piana teatro della grande battaglia, l’ha scoperto il mio amico Daniele.

Dai tempi dell’università

Daniele Morandi Bonacossi è stato una delle mie prime conoscenze all’università. Abbiamo cominciato assieme anche se presto le nostre strade si sono divise, visto che lui era deciso a tuffarsi nell’archeologia del Medio Oriente mentre io frequentavo l’istituto di filologia greca. Però ci incrociavamo spesso, studiando assieme la storia orientale antica e non solo.

Ebbene ieri, mentre ascoltavo Daniele raccontare la sua fantastica scoperta, ho subito pensato che in qualche modo le nostre strade si sono di nuovo incontrate. Per caso, grazie alla famosa battaglia di un Macedone lanciato alla conquista dell’Oriente. Perché – capiamoci – quella di Gaugamela è per Daniele una scoperta del tutto secondaria, una sorta di side effect delle ricerche che sta conducendo dal 2012 nel Kurdistan iracheno, nella sua veste attuale di cattedratico dell’Università di Udine.

Daniele Morandi

Daniele Morandi in Kurdistan

Nel cuore dell’impero assiro

Lui in Kurdistan ha sempre cercato altro. Il suo scopo principale è sempre stato indagare il cuore dell’antico impero assiro, la terra attorno alle famose capitali Ninive e Khorsabad che, per le note vicende politiche, non è mai stata indagata prima d’ora. Land of Niniveh si chiama infatti il suo progetto di ricerca. E in questi anni, e non senza difficoltà dovute alla vicinanza dei territori controllati dallo Stato islamico, ha battuto a tappeto tutti i 3000 chilometri quadrati che ha in concessione.

Ha individuato siti di ogni epoca, dal Neolitico fino agli Ottomani; 1100 in tutto che ora sono documentati e le autorità del Kurdistan hanno gli strumenti per proteggerli e predisporre una valorizzazione turistica. Sta persino lavorando alla candidatura per la Lista del patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. Perché ha saputo realmente ricostruire la storia insediativa della regione in tutti i secoli della storia.

Un vero paradiso

Tuttavia il momento più felice, quello in cui la regione era più popolata e prospera, è stato quello assiro. E ora sappiamo finalmente com’era organizzato il cuore dell’impero. C’erano insediamenti un po’ ovunque, e fattorie, e mulini, e strade che portavano ovunque. Ma soprattutto c’erano grandi canali che dai fiumi deviavano le acque per irrigare i campi e coltivare il grano necessario a rifornire la capitale. Canalizzazioni anche in pietra, le più antiche della storia, che hanno trasformato quella terra in un grande giardino. E sulle prime pendici dei monti Zagros, dove questi si affacciano sulla grande pianura alluvionale, c’erano rilievi spettacolari che raccontavano le gesta dei grandi re d’Assiria, a partire per l’appunto dalle costruzioni dei grandi canali irrigui.

Questo è stato finora il lavoro di Daniele in Kurdistan. Un lavoro veramente grandioso che ha svelato una storia finora sconosciuta. Poi però Daniele si è messo a scavare il sito di Tell Gomel, una bella collinetta a dominio di una vasta piana dove ha portato alla luce un edificio pubblico e tombe del II millennio a.C., testimonianze dell’esistenza di un centro assiro, ma soprattutto di un fiorente insediamento di epoca ellenistica. E sulla montagna lì vicino ha trovato un’iscrizione del re assiro Sennacherib (704-681 a.C.) che celebra la costruzione di un acquedotto e parla delle “acque della città di Gamgamara”.

Tell Gomel

Tell Gomel, scavo di un edificio pubblico della metà del II millennio a.C.

La battaglia di Gaugamela

Allora si è rivolto ai linguisti che hanno individuato le dinamiche di trasformazione del toponimo dall’assiro Gamgamara al greco Gaugamela al medievale Gogemal al moderno Gomel. E poi ha ragionato anche con storici e topografi che attorno a Tell Gomel hanno identificato tutti i luoghi della battaglia così come li descrivono gli storici antichi.

Ma non è tutto. Ha anche indagato meglio i rilievi rupestri della zona, e su alcuni di questi le iscrizioni assire sono state cancellate per lasciare spazio a rilievi ellenistici con vittorie alate e cavalieri che possono essere identificati come rilievi celebrativi della battaglia. Vi ha individuato anche diverse stelle argeadi, forse il simbolo della Macedonia antica.

Alla fine, insomma, si è dovuto arrendere. Forse nessuna di queste prove è schiacciante di per sé, però sono troppe e tutte portano alla medesima conclusione: lì, sulla piana di Tell Gamel, il 1 ottobre dell’anno 331 a.C. le truppe di Alessandro Magno riuscirono a sfondare il ben più numeroso schieramento di Dario III. Quel dì Alessandro si impadronì di fatto di tutto l’impero persiano.

E quindi, alla fine, la via orientale di Daniele si è incontrata con la mia via greca. Si fa per dire, eh. Però mi diverte che dopo tanti anni di serio e duro lavoro prima in Siria e poi in Iraq – lavoro peraltro sempre noto e apprezzato sia dagli addetti ai lavori che dai comuni mortali – Daniele salga ora alla ribalta delle cronache per una scoperta che riguarda la storia greca. È curioso, non è vero?

Ma lui è testardo, oltre che bravissimo. Di certo non cerca e non ha bisogno della gloria. Però la troverà.

Autore

  • Cinzia Dal Maso

    ​Tre passioni: il mondo antico, la scrittura, i viaggi. La curiosità e l’attrazione per ciò che è diverso perché lontano nello spazio, nel tempo o nel pensiero. La voglia di condividere con tanti le belle scoperte quotidiane. Condividerle attraverso la scrittura. Un solo mestiere possibile: la giornalista che racconta il passato del mondo. Scrive su temi di archeologia, comunicazione dei beni culturali, uso contemporaneo del passato, turismo culturale per i quotidiani La Repubblica e Il Sole 24 ore, e per diverse riviste italiane e straniere. Dirige il Magazine e il Journal di Archeostorie.

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3 Commenti

  1. Marco De Donno

    Ma dove sta veramente la notizia?
    Dunque vediamo: ci viene riportato che una Università italiana nel corso di una missione archeologica che dura dal 2012, in una parte del mondo dove pressappoco dalla fine della Prima Guerra Mondiale le cronache segnalano una serie tragica di ingiustizie e di violenze, mentre non (dicono non) cercava il luogo della famosa antica battaglia di Alessandro Magno, in definitiva non (dicono non) è detto che l’abbia trovata, forse sì ma ad essere onesti nemmeno loro sono sicuri.
    Il pallino sulla cartina dei nostri libri di storia in fondo era già da qualche parte e voglio vedere chi si accorgerà del riposizionamento.

    Però quella Università (nel mentre che svolgeva le proprie funzioni istituzionali): ha costruito una rete importante di relazioni internazionali, ha teso una mano verso popolazioni messe come sappiamo, ha gettato le basi per una tutela archeologica locale e per la formazione di figure locali con esperienze di tecniche archeologiche e di conservazione moderne, soprattutto –e questa a me sembra una genialata in grado di sortire effetti anche diplomatici- ha lanciato non per la faccenda della storica battaglia ma per un complesso di evidenze archeologiche importanti materialmente attestate l’idea di una candidatura UNESCO che a prima vista sembra avere pochissime probabilità anche solo a livello di “Tentative List” ma che in qualsiasi passaggio internazionale forzerà tutto il mondo a scoprire le carte di chi è a favore e chi contrario.
    E tutto questo in un posticino che fra il 2012 ed oggi non è che sia stato proprio comodo comodo e fino in fondo sicuro sicuro, no?

    Possiamo dire chisseneimporta di Alessandro Magno, o siamo proprio sempre condannati a veder prevalere il sensazionalismo?

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  2. imma

    Grande scoperta complimenti! Grazie per l’impegno che impieghi ad aiutare noi gente sedentaria a conoscere senza muoverci…. da casa. La storia antica sono le nostre origini, le nostre radici e vanno scoperte, studiate e conosciute, apprezzo molto.

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    • retro

      Grazie a te per il complimento. Fa sempre piacere sapere che il proprio impegno é apprezzato e coglie nel segno. Serve da stimolo per fare sempre di più e meglio

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