Star Trek e gli altri: mezzo secolo (e più) di fantascienza ispirata dalla storia antica

8 Settembre 2016
Cosa c’entrano le astronavi con la storia e l’archeologia? Niente. Eppure, per generazioni di scrittori di fantascienza il mondo classico è stato una fonte di ispirazione senza fine. Per i 50 anni dalla prima messa in onda di Star Trek, vi raccontiamo perché

Sì, anche noi parliamo di astronavi, ma non per dibattere su eventuali responsabilità aliene circa la costruzione della Sfinge o della Grande Piramide di Giza. Star Trek, la serie di fantascienza partorita dal genio di Gene Roddenberry e divenuta nel tempo uno dei fenomeni di costume più significativi per l’Occidente, spegne le sue prime 50 candeline.

Ma perché anche noi la festeggiamo? Semplice: perché ci ricorda che un genere apparentemente così distante dai nostri studi storici e archeologici in realtà non ha mai perso l’occasione per farsi ispirare dalle vicende dei popoli antichi e dalla loro mitologia, comunicando attraverso il recupero (anche se estremamente parziale e schematico) della cultura classica, tematiche importanti e attuali. Siete scettici? A seguire, una breve carrellata di esempi tratti da libri e serie TV.

Isaac Asimov e la caduta dell’impero (galattico)

Tra il 1951 e il 1953 furono pubblicati tre libri considerati oggi pietre miliari della fantascienza: si tratta della Trilogia della Fondazione di Isaac Asimov, in cui l’autore racconta di un impero galattico morente schiacciato dalla lentezza di una burocrazia pachidermica e dalle pressioni insistenti di pianeti periferici e barbari che si sostituiscono gradualmente al vecchio potere politico lasciato vacante. Lo scrittore ammise in un’intervista di essersi lasciato ispirare dal saggio in sei volumi dello storico inglese Edward Gibbon, Declino e caduta dell’impero romano, pubblicato alla fine del XVIII secolo.

Star Trek, i Greci e un bacio che passò alla storia

Quando fu trasmessa la puntata del primo bacio televisivo tra un uomo bianco (il capitano Kirk) e una donna di colore (il tenente Uhura), Star Trek andava in onda già da un po’ di tempo. L’episodio si intitolava Plato’s Stepchildren, tradotto in italiano con Umiliati per forza maggiore, aveva come protagonisti alieni con poteri psichici che dicevano di ispirare le proprie vite agli insegnamenti di Platone, e un’ambientazione vagamente greca con abbondanza di citazioni filosofiche. Il bacio fece scalpore e posò i riflettori ancora una volta sul tema del razzismo, contro cui Roddenberry ebbe modo di schierarsi anche altre volte nel corso degli anni.

Alla mitologia greca fa riferimento anche This Side of ParadiseAl di qua del paradiso, episodio ispirato all’Odissea in cui un Kirk-Ulisse approda su un pianeta che ricorda molto l’isola dei Lotofagi. Tra gli altri riferimenti alla cultura classica della serie ci sono i nomi di alcuni pianeti (si pensi a Kronos, casa dei Klingon, a Romulus, che ospita una cività del tutto simile alla Roma imperiale, e al suo “gemello” Remus, pianeta di gente reietta), e un vero e proprio “saccheggio” della filosofia stoica che, nella serie, è perfettamente incarnata dalla Dottrina della logica dei Vulcaniani.

Infine, una nota curiosa sul capitano Picard, capitano dell’Enterprise D nella serie Star Trek Next Generation: appassionato di esoarcheologia, dedica molte delle sue vacanze all’indagine archeologica su pianeti alieni, spesso cercando di impedire a una sua vecchia fiamma di agire come… tombarola!

Dal politeismo al monoteismo, a bordo di un’astronave

Il difficile e cruento “ingresso” di una religione monoteista in una cultura politeista (un po’ come accadde con il Cristianesimo quando iniziò a diffondersi nella Roma imperiale) rappresenta invece uno dei temi principali su cui si è focalizzata un’altra fortunata serie TV, Battlestar Galactica. Nella serie gli esseri umani, di fede politeista, sono sparsi su 12 pianeti che vengono attaccati da robot da loro stessi creati: le macchine sono di fede monoteista e alcune di esse hanno sembianze umane. Le citazioni da parte degli autori riguardano le tradizioni greche (per quanto riguarda nomi di dei ed eroi) ed ebraico-cristiane (gli umani sono riuniti in 12 tribù alla ricerca di una Terra promessa) e rappresentano il pretesto per affrontare i temi dell’estremismo religioso e dell’integrazione.

La passione romana dei Signori del Tempo

Solo una serie di fantascienza è più longeva di Star Trek: si tratta del Doctor Who, fiction britannica che continua quasi ininterrottamente dal 1963. Pensata inizialmente per divertire e insegnare i concetti di natura scientifica ai più piccoli, col tempo è diventata un fenomeno di culto. Due episodi sono ispirati alla Roma imperiale di I secolo d.C., uno ambientato a Stonehenge e uno a Pompei poco prima dell’eruzione del Vesuvio. Soprattutto in quest’ultimo, templi e ville fanno da sfondo a un dilemma morale del Dottore: la consapevolezza di una tragedia imminente è una scusa sufficiente per tentare di cambiare un momento considerato fondamentale della storia, da cui dipendono diverse implicazioni future (compresa la nascita degli studi archeologici moderni!)?

Il riferimento diretto all’archeologia è invece legato al personaggio di River Song, archeologa del futuro che non si fa mancare tutti gli strumenti del caso (compresa una trowel sonica).

Il passaggio dalla Repubblica all’Impero

Poteri mentali jedi compresi, l’intera trama della saga cinematografica di Guerre Stellari (ovvero i sei episodi diretti da George Lucas) è il frutto di un doppio saccheggio: della storia romana di I secolo a.C. da una parte, e della Trilogia delle Fondazioni di Asimov – in cui compaiono guardiani della galassia dotati di straordinari poteri psichici – dall’altra. I film dal primo al terzo seguono l’ascesa al potere del senatore Palpatine, che più o meno come un novello Augusto si fa strada in seno a un senato ormai corrotto, mentre quelli dal quarto al sesto ne raccontano la caduta. Il futuro imperatore è però solo un personaggio “di contorno”: i veri protagonisti sono Anakin Skywalker e i figli, Luke e Leia. Personaggi dal sapore tragico, ricalcano (alla lontana) l’epopea di Agamennone e dei figli, Oreste ed Elettra.

Forse non tutti sanno che…

La prima guerra stellare della storia appartiene alla letteratura è greca: scritta nel II secolo d.C., si intitola “Storia Vera” e il suo autore è Luciano di Samosata. Redatto con intento parodistico, il libro racconta le avventure fantastiche dell’autore, che nella prima parte della narrazione si ritrova immischiato nella battaglia tra gli abitanti della Luna, o seleniti, e gli abitanti del Sole. Nel racconto di Luciano si scoprono, in nuce, tanti spunti per la letteratura fantastica per ragazzi, compresa un'”isola che non c’è” ante litteram.

Autore

  • Chiara Boracchi

    Archeo-giornalista e ambientalista convinta, vede il recupero della memoria e la tutela del paesaggio e del territorio come due facce complementari di una stessa medaglia. Scrive per raccontare quello che ama e in cui crede. Per Archeostorie, coordina la sezione Archeologia & Ambiente ed è responsabile degli audio progetti. Nel tempo libero (esiste?) scatta foto, legge e pratica Aikido.

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