La novità di Santa Scolastica a Bari: un patrimonio animato

29 Novembre 2018
Storie, vite e leggende del monastero di Santa Scolastica in un video nella nuova sezione del Museo archeologico di Bari

È stata aperta da poco al pubblico una seconda sezione del nuovo Museo Archeologico di Bari che si aggiunge al Bastione, inaugurato nel novembre del 2014. Faticosamente sta dunque giungendo a termine il trasferimento del vecchio Museo, ospitato sin dalla sua fondazione nel 1875 nel palazzo Ateneo, agli ambienti del monastero medievale di Santa Scolastica.

Ricordo ancora la mia ultima visita, era il 1992: professori e studenti di archeologia andavano per l’ultima volta nel ‘loro’ museo, distante solo una rampa di scale dalle aule universitarie di archeologia. Ma ormai era deciso, e di lì a poco il museo avrebbe chiuso per essere trasferito in una sede più idonea, l’ex monastero di Santa Scolastica per l’appunto, sulla punta estrema della città vecchia, affacciato sul mare.

Da allora sono passati più di 25 anni, ma ho sempre ben presente quell’ultima visita. Anche per questo motivo, perciò, sono felice di aver collaborato all’allestimento del nuovo museo. Ho infatti partecipato alla realizzazione di un video (prodotto da Swipe Story, una piccola ma vivace realtà nel campo della comunicazione digitale sui beni culturali) che viene proiettato in una delle sale.

Santa Scolastica: una storia complessa

Il tema proposto era difficile, grigio direi. Di quelli che capisci da subito possono essere un problema: la storia del monastero che, appunto, ospita finalmente il museo. Decisamente complessi erano anche il contesto da raccontare e le fonti da utilizzare, ma questo è normale: da un lato i dati archeologici propongono una sovrapposizione intricatissima di trasformazioni, ingrandimenti e abbandoni, meticolosamente individuati e studiati proprio in occasione dei lavori di allestimento del museo. Dall’altro alcune opere di eruditi locali, fra cui un’importante Historia del Monasterio scritta fra Seicento e Settecento, suggeriscono una storia di Santa Scolastica meravigliosamente costellata di eventi inspiegabili, miracoli e apparizioni.

Sin dal concept abbiamo pensato di unire questi due elementi, e raccontare la vita nel monastero provando a collegare i dati archeologici con i racconti più fantasiosi, la ricerca analitica con la vita quotidiana all’interno del monastero come traspare dalle fonti. Per fare questo ci serviva un linguaggio che fosse al tempo stesso empatico e universale, agile e affascinante. Ma qui la scelta è stata facile perché un linguaggio così esiste già, anche se gli archeologi non ne fanno grande uso: è il disegno animato. Lo stile lo abbiamo preso da alcuni codici miniati: quando li guardi, non puoi fare a meno di immaginarli animati!

Museo Santa Scolastica catino invetriato

Bari, Museo di Santa Scolastica, catino in ceramica invetriata rinvenuto in un pozzo del monastero, XV secolo

Un video animato

Sulla base di queste suggestioni abbiamo voluto realizzare il video come se fosse un unico nastro in continuo scorrimento, in cui transizioni e brevi animazioni introducono le diverse scene narrate da una voce femminile, a cui si alterna una profonda voce maschile che legge brevi brani delle fonti su strani e miracolosi eventi: neve in Agosto, misteriose apparizioni di legumi, ce ne è per tutti! Abbiamo omesso di citare solo gli episodi più piccanti legati alla compresenza di monastero femminile e guarnigione di soldati…

C’era tutto, dunque. Ma mancava il protagonista. Il video viene proiettato a loop su una ampia parete di una sala che è stata oggetto di uno scavo lungo e attento, effettuato proprio in occasione dell’allestimento del museo. Procedendo su una passerella di vetro verso la parete, sotto i piedi scorre la stratificazione di muri, cisterne e tombe accumulate nel corso dei secoli.

Con gli occhi di un catino

In una di queste cisterne è stato recuperato un grande catino invetriato del XV secolo con una splendida decorazione con pesci e uccelli, ora esposto in una vetrina nella sala stessa. Eccolo il protagonista del nostro racconto! Nel video ne seguiamo le vicende attraverso le tante attività che hanno animato nei secoli il monastero, fino alla sua fine nella cisterna in cui gli archeologi lo avrebbero ritrovato secoli dopo.

Adesso buio in sala! Parte la musica, gli animali della decorazione si animano e… beh, venite a Bari per guardare il video e soprattutto per visitare il museo!

 

PS: Il giorno dell’inaugurazione la sala era piena di persone che guardavano il video. Tanti bambini, ovviamente, ma anche tanti adulti. Perché si sa, tutti adorano i cartoni animati. E se mettiamo i cartoni animati nei musei, tutti adoreranno i musei!

Autore

  • Giuliano De Felice

    Archeologo, certo. A essere precisi, ricercatore universitario. Che dopo essersi sentito domandare per la millesima volta “Bello, che cosa hai scoperto oggi?”, inizia a capire alcune cose: per esempio che l’archeologia, quella vera, archeologi a parte, non la conosce nessuno; ma anche che irritarsi non vale, perché quella domanda rivela un vero desiderio di conoscenza. E allora l’archeologia prova a raccontarla: usando parole ma anche immagini, video, suoni e animazioni. Quello che oggi chiamiamo multimediale, ma che in fondo è da sempre semplicemente fantasia.

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