Verona, rinasce il museo archeologico al teatro romano

7 Giugno 2016
C’era una volta a Verona un teatro-santuario di epoca romana. Poi nel Quattrocento parte di esso fu trasformato in convento. E infine il tutto divenne museo archeologico. Ora si è rinnovato e racconta tutta la storia di questo luogo così particolare. Ma l’accessibilità rimane ancora un problema
Chi ha avuto occasione di vedere in passato il Museo archeologico di Verona, non può non ricordare l’atmosfera fuori dal tempo che aleggiava nelle cellette e nel chiostro del convento dei Gesuati dove era allestita una selezione di reperti archeologici di proprietà civica: le decorazioni del teatro romano che il convento domina dall’alto, e collezioni private donate negli anni al Comune.

Il teatro romano di Verona: un luogo speciale

Il legame con la città era, allora come oggi, richiamato dalla vista unica e straordinaria che da lassù si gode su Verona: l’ansa dell’Adige attraversata dal Ponte Pietra, il campanile del Duomo e la Torre dei Lamberti, e soprattutto il ripido invaso del teatro proprio sotto i davanzali.Un luogo davvero speciale per posizione e ricchezza della collezione, ma afflitto da enormi problemi di accessibilità, oltre che di umidità e statica. Infatti gli ambienti del convento furono ricavati nel XV secolo al limite della summa cavea del teatro, a ridosso della parete tufacea del colle di San Pietro.
Colle del resto già tagliato e regolarizzato in antico con rampe e passaggi che salivano verso un tempio, così da creare un complesso molto simile ai famosi santuari scenografici tardoellenistici dell’Italia centrale come, per esempio, il santuario della Fortuna Primigenia di Palestrina. Grazie a un cospicuo contributo della Regione Veneto integrato da quello della Fondazione Cariverona – impegnata da anni nella rivitalizzazione del colle di San Pietro – il Comune di Verona ha potuto affrontare la riqualificazione del complesso architettonico e il riallestimento del Museo archeologico, contribuendo con un proprio finanziamento ma soprattutto con la competenza del suo personale che ha redatto il progetto scientifico e museologico e ha diretto gli impegnativi lavori di risanamento.

In visita al teatro

Ma veniamo alla visita.L’accesso è rimasto lungo l’Adige, da Regaste Redentore, dal rinascimentale palazzetto Fontana con il piccolo spazio di biglietteria e accoglienza. Se sono rimasti a vista alcuni lacerti delle strutture della scena del teatro negli spazi di passaggio, i grandi frammenti di architettura dell’edificio, che prima ornavano le pareti dell’accesso in modo assai poco efficace, sono stati tolti per essere inclusi nel percorso museale.
A pochi metri dall’ingresso si raggiunge l’ima cavea del teatro e inizia la salita, per alcuni innegabilmente faticosa e per altri del tutto impossibile, verso l’ascensore o le rampe di scale superiori. Da maggio a settembre, inoltre, i visitatori del museo sono costretti ad attraversare gli allestimenti temporanei per la stagione teatrale che da anni la città dedica alla prosa, alla danza e al jazz.
Il nuovo ascensore consente comunque di salire poi rapidi tra le strutture del teatro e il tufo della collina, sbarcando al piano più alto del museo. È questa una novità rispetto al museo precedente: negli ambienti che si affacciano sul piccolo chiostro del convento dei Gesuati, in un allestimento chiaro, luminoso e molto lineare, sono organizzati reperti straordinari che raccontano alcuni tra i principali aspetti della Verona romana: le abitazioni, le necropoli, alcuni edifici pubblici. Visto il luogo, sono giustamente privilegiati gli edifici da spettacolo, anche grazie al felice abbinamento tra reperti archeologici, dipinti e incisioni, tutti molto efficaci e interessanti.
Finalmente emerge con forza, nel nuovo ordinamento, l’eccellente qualità dei marmi e delle forme delle decorazioni del teatro; straordinaria è la sequenza, proposta ora per la prima volta, di ornamenti di balaustre, di arredi mobili e grandi lucerne su cui ricorrono teste bovine, immagini dionisiache e sfingi in marmi bianchi e policromi. Anche l’arena, edificio simbolo e al tempo stesso immagine olografica della città romana, è richiamata fin quassù da una maquette in sughero di fine Settecento, al debutto negli spazi espositivi del museo nonostante la sua età.Un manufatto ricco di dettagli dal quale non si staccherebbero mai gli occhi, se non per guardare oltre i vetri delle finestre: da qui si gode senza dubbio la migliore vista non solo su Verona, ma sulla Verona di età romana. L’orientamento ortogonale delle vie attuali e la forma geometrica degli isolati, lasciano immaginare come doveva essere la città entro l’ansa del fiume, e come il rapporto con la collina doveva essere stretto e coordinato nell’impostazione urbanistica dell’antico insediamento.
Rinasce a Verona il museo archeologico al teatro romano

Le vetrine del museo del Teatro Romano di Verona

Una scala elegante consente di scendere al piano inferiore che ospita i celebri frammenti di grandi bronzi, elementi architettonici, sculture provenienti dalla città (esposte nel refettorio del convento) e dalle collezioni. La cultura collezionistica veronese è testimoniata anche dai numerosi piccoli bronzi esposti all’interno di tre cellette, oltre a reperti legati alla vita quotidiana.
Il piccolo cortile del convento è stato ora coperto da un lucernaio contemporaneo che ha completamente modificato la percezione dell’ambiente, mentre il piano terra del chiostro è rimasto inalterato, con la ricca collezione epigrafica esposta come di consueto lungo le pareti, in attesa delle didascalie definitive per dare voce a magistrati, liberti, mogli e mariti che molto racconteranno su Verona antica. Attraversata poi la chiesa del convento che ospita una campionatura di frammenti di pavimenti a mosaico, è possibile uscire sull’ampia terrazza e con lo sguardo seguire verso l’alto il sistema di rampe e terrazze che già in epoca romana salivano verso la sommità del colle.
Certamente questa nuova sistemazione del Museo garantisce una migliore comprensione dei reperti che già vi erano esposti, proponendoli in stretto collegamento con il loro contesto monumentale e rendendoli meglio visibili grazie alla luce, alla sequenza e all’apparato didattico. Inoltre, grazie agli studi compiuti in questi anni dal personale scientifico del museo, è stato possibile valorizzare reperti che prima erano nei depositi e che ora dialogano con il resto dell’esposizione. La grafica, sobria ed elegante, oltre alle informazioni storiche e archeologiche garantisce anche rimandi topografici puntuali e fornisce una chiave di lettura di queste straordinarie collezioni in relazione con la città, cosa che prima era difficile cogliere.L’allestimento ha forse ecceduto nel nascondere la storicità dell’edificio nel quale ci si trova (anche, purtroppo, oscurando la vista dalle finestre del piano superiore verso il chiostro sottostante e, in alcuni punti, creando un certo spaesamento per chi si ricorda come era il museo prima dei lavori), ma riesce tuttavia a valorizzare al meglio i reperti e dimostra una notevole sensibilità nel tentativo di abbattere le barriere architettoniche negli spazi interni. Una soluzione definitiva, però, si avrà solo quando sarà in funzione la funicolare esterna che supererà il dislivello dalla strada alla quota del convento, rendendo la visita davvero possibile per tutti.

Una Verona non solo Arena

Il nuovo Museo è dunque un grande passo in avanti per offrire ai cittadini e alle migliaia di turisti una Verona che non sia solamente arena, Giulietta e shopping. Si potranno però raggiungere traguardi ancor più ambiziosi e doverosi non appena sarà potenziato il coordinamento tra tutti gli enti che a Verona si occupano a vario titolo del patrimonio archeologico.

Importante: per tutto il mese di giugno il biglietto di ingresso è al prezzo simbolico di 1 euro e un nutrito gruppo di ragazzi del Servizio civile –con sgargianti magliette rosse sulle quali campeggia il nuovo simbolo del museo – è a disposizione di tutti per rendere la visita un vero  momento di approfondimento.

Museo Archeologico al Teatro Romano

Informazioni

tel. +39 045 8062611
fax +39 045 8010729

museoarcheologico.comune.verona.it
museoarcheologico@comune.verona.it

aperto il lunedì dalle 13.30 alle 19.30
da martedì a domenica dalle 8.30 alle 19.30
(la biglietteria chiude alle 18.30)

Autore

  • Francesca Morandini

    Archeologa per passione e per lavoro, archeologa da museo. Conservo, inventario, espongo e racconto, con una particolare predilezione sulla percezione del nostro patrimonio attraverso il tempo. Ho la fortuna di lavorare ai Musei Civici di Brescia dove, grazie alla sensibilità di chi ci ha preceduto, dal XV secolo in poi la città ha saputo valorizzare il suo passato e i suoi monumenti con grande attenzione verso tutti. E questo cerco ancora di fare!

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