Jazz Day: così Unesco Giovani ‘accorcia le distanze’ tra i beni culturali e i cittadini

27 Aprile 2017
Il 30 aprile prossimo sarà l’International Jazz Day, e in Italia la musica jazz sarà al servizio della promozione delle nostre bellezze grazie all’impegno dei ragazzi di Unesco Giovani. Li conoscete? Vi raccontiamo chi sono e cosa fanno

Diffondere i valori Unesco di pace, prosperità e integrazione attraverso la musica: per questo il 30 aprile prossimo in occasione del Jazz Day, la Giornata internazionale della musica jazz,  molti luoghi della cultura d’Italia risuoneranno di note. Grazie agli sforzi di Unesco Giovani, per il secondo anno consecutivo la musica jazz invaderà i nostri monumenti. Ma in che cosa consiste esattamente il Jazz Day? E quando è nato e quali sono le funzioni di Unesco Giovani? Archeostorie ha intervistato Irene Tedesco, coordinatrice della comunicazione dell’organizzazione e referente regionale della Campania.

Irene, prima di parlare di Jazz Day, puoi raccontare cos’è Unesco Giovani, quando nasce e perché?

Il Comitato Giovani della Commissione nazionale italiana per l’Unesco è un’associazione no profit che nasce nel 2015 per diffondere soprattutto tra i giovanissimi i valori della cultura, dell’educazione e della ricerca scientifica come strumenti di pace e prosperità per l’umanità. Il nostro è finora l’unico comitato giovani a livello mondiale, che tra l’altro è riconosciuto dal comitato nazionale (con cui siamo in contatto costante) e anche dalla sede centrale Unesco di Parigi.

Quanti siete e come si entra a far parte di Unesco Giovani?

Siamo trecento persone in tutta Italia, una quindicina circa per regione, e abbiamo un’età compresa tra i 20 e i 35 anni. La nostra struttura, con un coordinamento principale che ha sede a Roma e diversi coordinamenti regionali, ricalca quella ufficiale Unesco. Per entrare nel comitato ci vuole una fortissima adesione ai valori dell’organizzazione: ecco perché per reclutare i membri dell’associazione è stata lanciata una call apposita, in cui si chiedeva di inviare il proprio curriculum, un video e una lettera di motivazioni.

E come si finanzia il comitato?

Con il fund raising: esistono diversi sottogruppi dedicati a questa attività a livello nazionale e regionale. Anche la nostra assemblea nazionale, che si è svolta a Napoli nel marzo scorso, è stata finanziata così. Ogni sottosezione ha persone incaricate di cercare bandi, e contattare possibili sponsor e donatori a cui presentare le iniziative del comitato.

Lavorate esclusivamente per Unesco?

No, siamo tutti professionisti in diversi settori che hanno deciso di impegnare una parte (spesso importante) del proprio tempo, come volontari, nelle attività di Unesco Giovani. Non vogliamo fare il lavoro dei professionisti della cultura: il nostro obiettivo è organizzare eventi gratuiti, accessibili a tutti i cittadini, per diffondere i valori Unesco e, attraverso tali eventi, favorire contatti (anche lavorativi) tra le persone. Abbiamo sottoscritto diversi protocolli d’intesa con diverse regioni italiane (come l’Emilia Romagna o la Puglia) per facilitare proprio l’organizzazione e il dialogo a livello locale.

Parlaci del Jazz Day, qual è la ricaduta vera sul territorio? Insomma, cosa fate in concreto?

Il Jazz Day del 30 aprile è il più importante dei molti eventi che organizziamo per avvicinare le persone ai valori Unesco e valorizzare le ‘perle’ più nascoste d’Italia (e quindi non soltanto i nostri 51 siti Patrimonio dell’umanità riconosciuti dal comitato centrale Unesco). Ne sono coinvolti tutti i coordinamenti regionali che hanno progettato una lunga lista di concerti e performance in tutta Italia dove la musica jazz – che è corale, collettiva, simbolo di condivisione – sarà coniugata con la scoperta dei luoghi della cultura. Nel contempo rilanceremo #Unite4Heritage – la campagna Unesco che promuove i valori della diversità culturale e del dialogo tra i popoli – lanciando a nostra volta un hashtag, #JAZZ4HERITAGE, per seguire la giornata sui social. L’anno scorso abbiamo avuto un ottimo riscontro di pubblico in tutte le regioni, e speriamo di replicare. Ma gli esempi di attività a livello locale non finiscono qui.

jazz day cremona 2016

Jazz Day Cremona 2016 © Unesco

In quali altre iniziative siete impegnati?

Oltre al Jazz Day, al momento siamo concentrati su altri due progetti importanti. Il primo, UNESCOedu, è partito nel 2016 ed è frutto di un protocollo d’intesa con il Miur, il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca.  Rivolto ai ragazzi di tutti i cicli scolastici (università compresa), ha l’obiettivo di sensibilizzare i giovani alle tematiche Unesco attraverso laboratori formativi e, per i più grandi, con percorsi di alternanza scuola-lavoro. Sono al momento coinvolti nel progetto 2000 studenti in 44 città, 77 enti pubblici, 55 aziende e 13 siti Unesco. Vogliamo far conoscere ai più giovani il territorio, il suo patrimonio naturalistico e storico-culturale, e favorire l’integrazione sociale e la multiculturalità. 

La seconda iniziativa si chiama invece S’ignora, la stiamo realizzando in collaborazione con il cantautore Giovanni Caccamo e l’artista Giovanni Robustelli, ed ha Fiat 500 come sponsor. Si tratta di un tour di 10 date in giro per l’Italia che, iniziato il 21 marzo scorso, si concluderà il prossimo 28 luglio. Il titolo S’ignora ha un doppio riferimento: il primo, ‘signora’, è un omaggio ad alcune grandi interpreti della musica italiana di cui Caccamo esegue le canzoni, mentre il secondo riferimento è al patrimonio culturale, paesaggistico e ambientale italiano che spesso ‘si ignora’, e quindi è da scoprire proprio attraverso il tour. Infatti ogni concerto si svolge in una cornice suggestiva: per esempio, quello del primo maggio, ad Aosta, sarà in un luogo molto vicino ai resti del Teatro romano, mentre quello del 10 giugno a Siracusa sarà nella piazza antistante il Duomo, antico tempio di Atena e ora chiesa barocca. In ognuno di questi luoghi il pittore Robustelli, proprio durante la performance, realizzerà un quadro dedicato al luogo stesso.

Poi c’è Box 3:36am, un progetto nato per supportare le popolazioni del centro Italia colpite dal terremoto del 24 agosto 2016. 3:36 è infatti l’ora in cui è avvenuta la scossa.

In cosa consiste?

L’idea è quella di creare dei box modulari, resistenti agli agenti atmosferici e funzionali – così che si possano adattare a qualunque luogo – per ospitare e diffondere cultura: potranno diventare biblioteche, laboratori, cinema. L’iniziativa coinvolge 30 associazioni della Provincia di Verona; proprio in questa città, infatti, il 25-26 marzo scorso si è svolto un grande evento di raccolta fondi per il progetto con spettacoli di musica, teatro, arte. L’ideazione e realizzazione dei box sta avvenendo tramite un concorso internazionale di progettazione con il supporto dell’Ordine degli architetti della Provincia di Verona.

Insomma, in due anni e avete già messo in piedi moltissimi progetti.

In realtà, all’inizio abbiamo faticato non poco per costruirci una credibilità. Il ‘cappello’ Unesco  serve sicuramente ad aprire un sacco di porte e farsi ascoltare. Può sembrare un pass-partout, ma va indossato con molta serietà, non bisogna sbagliare.

E noi siamo molto motivati.

 

Trovate qui tutti gli eventi dedicati.

 

In copertina: Jazz Day Bergamo 2016 © Unesco

Autore

  • Chiara Boracchi

    Archeo-giornalista e ambientalista convinta, vede il recupero della memoria e la tutela del paesaggio e del territorio come due facce complementari di una stessa medaglia. Scrive per raccontare quello che ama e in cui crede. Per Archeostorie, coordina la sezione Archeologia & Ambiente ed è responsabile degli audio progetti. Nel tempo libero (esiste?) scatta foto, legge e pratica Aikido.

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