Di denaro, trucco e abbracci: l’altra faccia della valorizzazione

1 Dicembre 2015
Cosa significa davvero valorizzare? E se dietro il significato letterale di questo vocabolo trovassimo spunti interessanti per la valorizzazione?

Se cerchiamo “valorizzare” su Google, i primi risultati che compaiono sono tutti in associazione alla parola “patrimonio”: progetti di valorizzazione, linee guida, strategie e strumenti di valorizzazione del patrimonio culturale fino alla Direzione generale dedicata del Ministero. Tutti ne parlano e tutti vogliono farla. Ma esattamente, cosa vuol dire?

Omini di carta, valorizzare

Da solidgroup.it

Valorizzare[va-lo-riz-zà-re], verbo.

Il suo primo significato è “fare aumentare il valore economico di qualcosa”. Esempio: valorizzare il centro storico. Se invece lo usiamo nella sua estensione, può indicare la volontà di “mettere in risalto qualcosa”, come nella frase “questo è un trucco che valorizza lo sguardo”. Quando ci spostiamo poi su Google immagini, troviamo omini colorati che si abbracciano.
Dunque abbiamo valore economico, trucco e abbracci: un trio bizzarro ma che non è mai stato così attuale. Con la recessione che non accenna a stringere la sua morsa, e budget sempre più slim, non è ormai un segreto che si cerchino sempre più spesso finanziamenti alternativi per tenere aperti i nostri musei e siti archeologici. Più donatori, più turisti e più risorse. Tuttavia la competizione per ottenere donazioni e attirare l’attenzione del pubblico non è cosa da poco, e per vincere bisogna farsi trovare preparati. Proprio come a un appuntamento.

Branding e marketing, ovvero trucco e parrucco della valorizzazione

Ed ecco che entra in gioco il trucco e parrucco. O meglio, branding e marketing. Il primo rappresenta la personalità e l’identità di un museo o di un sito archeologico e ne identifica gli scopi, i valori. Il secondo, invece, si occupa di conoscere il pubblico e il non-pubblico per interessarlo al patrimonio. Ed essere belli (e preparati!) dentro e fuori!
Alla fine arriviamo agli abbracci, ossia alla collaborazione, alla comunità, allo scopo condiviso con chi in quel museo, o in quel monumento, vede qualcosa di più di un edificio pieno di cose vecchie o delle rovine. E guarda caso, questi sono anche i principi fondamentali del management 2.0.
Branding, marketing e management per l’archeologia: questa è la ricetta segreta per una buona valorizzazione. E di questo parlerò in The Secret Mix su Archeostorie!

Autore

  • Anna Paterlini

    Da sempre grande appassionata di conversazioni casuali con sconosciuti, è determinata a dimostrare che gli archeologi sanno parlare con la gente normale. Ignorando attivamente il detto: “Non metter bocca, dove non ti tocca”, passa il suo tempo curiosando nei cervelli e nella psiche dei turisti che (non) affollano i nostri siti archeologici e musei. Il suo obiettivo è rispondere a una domanda precisa: se l’archeologia è un patrimonio di tutti, perché nessuno si sente suo orgoglioso proprietario?

Condividi l’articolo sui social

Lascia un commento

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *